di Ranieri de Ferrante
Da oltre 100 anni il Petrolio è fonte di guerra ed attriti. Le lobbies contro le Energie Rinnovabili resistono alla transizione, e politici come Trump corteggiano il loro elettorato esaltando Carbone e Fracking. Gli stessi politici spendono gran parte del loro tempo cercando di gestire un mondo in fiamme: quello che Papa Francesco chiamava una Terza Guerra Mondiale a pezzi. Guardando alle Energie Rinnovabili con altri occhi il Mondo potrebbe cambiare, immediatamente per noi occidentali ed in cascata per il resto del Mondo.
Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò Pearl Harbor scatenando una guerra che lo distrusse e lo portò a cambiare completamente (in meglio) il suo modo di vivere. Morirono 3 milioni di persone e si inaugurò l’era nucleare. La causa politica dell’attacco si può far risalire al militarismo esasperato della classe dirigente nipponica, che gestiva un regime di guerra da anni, ed ai successi della Germania nazista, che fino allora aveva schiacciato ogni avversario. Ma il casus belli fu l’embargo strettissimo sul Petrolio imposto al Giappone dagli Stati Uniti, che stava strozzando la sua economia.
La Cina estraeva gas naturale 2000 anni fa e lo trasportava mediante condutture di bambu. L’Occidente, come spesso capita, è arrivato dopo ed ha fatto casino: da noi il primo pozzo di petrolio non sperimentale fu scavato a Titusville, in Pennsylvania, nel 1859, poco prima che i Mille sbarcassero a Marsala (nessun collegamento) Da allora il numero di guerre scatenate dai combustibili fossili è enorme. Limitandoci a tempi recenti, ne ssono esempio l’invasione del Kuwait e poi la contro invasione dell’Iraq, o la guerra in Biafra (che cercò di secedere dalla Nigeria dopo che grandi giacimenti di petrolio furono scoperti sul suo territorio). Secondo Green Peace, circa la metà delle guerre e guerricciole degli ultimi 50 anni sono legate ai combustibili fossili, al controllo dei luoghi della loro estrazione o dei corridoi lungo i quali vengono trasportati.
La settimana scorsa Israele ha attaccato l’Iran. Il prezzo del Petrolio è salito, Poi anche gli USA hanno attaccato. C’è un cessate il fuoco, ma si è temuto che l’Iran chiudesse lo stretto di Hormuz. Il prezzo del Petrolio prima è salito e come conseguenza la Russia, la cui economia è legata ai combustibili fossili, vede aumentare proporzionalmente le sue entrate, che servono a finanziare l’invasione dell’Ukraina. Poi è crollato. Niente di nuovo sotto il Sole …
Sole che è la più grande fonte di energia esistente al mondo. La seconda è la Terra su cui viviamo ed il suo nucleo. Una terza fonte di grandi dimensioni è il vento che spazza il nostro pianeta in modo sostanzialmente prevedibile. E tutto questo può generare energia, libera, rinnovabile, pulita e disponibile, in buona sostanza, dappertutto. Ed a tutti.
Le energie rinnovabili rappresentavamo il 19% del fabbisogno mondiale nel 2000 e nel 2023 questa percentuale è salita al 30%. In Italia, nel 2024, siamo oltre il 40% del fabbisogno, in Germania il 60% della produzione, negli USA di meno, e probabilmente scenderà grazie all’amore che Trump mostra verso il carbone della West Virgina ed il fracking … e naturalmente gli elettori ad essi legati). In Norvegia invece sono al 98%, ed i combustibili fossili li esportano.
La battaglia per le rinnovabili non è solo una battaglia per l’Ambiente, ma una battaglia per la pace.
Come ho già avuto modo di scrivere, su questo sito, riguardo alla Difesa dell’Ambiente io – pur occupandomene professionalmente – ne ho una visione strettamente antropocentrica: non è una battaglia da fare “per sé”, ma una che vale la pena di fare nella misura in cui il non farlo nuoce alla vita del Genere Umano. Dal punto di vista Ambientale ed Economico ne sono convinto: un intervento deve avere un risultato, misurabile, che lo giustifichi. Questo valore, in termini economici, è stimato oggi fra 200 e 400 Euro per tonnellata di CO2 risparmiata.
Questo è giusto e razionale: da professionista sposo sia il concetto che la valutazione. E lo ho scritto.
Si può però rimanere antropocentrici e misurare il costo per vita risparmiata, per bambino cui è rimasto un futuro, per comunità cui rimane una vita sociale e civile? Di “tonnellata” di sofferenza risparmiata, e non di CO2?
Un avvocato statuntense, di nome Ralph Nader, nel 1959 cominciò la sua battaglia per la sicurezza delle auto. Nel 1965 attaccò la Corvair – un’auto della Chevrolet – nel suo saggio Unsafe at any speed (pericolosa a qualsiasi velocità). Citò la General Motors, vinse la causa. Quello che rese la sentenza diversa fu che il calcolo del risarcimento non fu fatto su base puramente attuariale (il valore economico dei guadagni percepibili dalle vittime durante la vita di cui erano state private) ma più ampio, includendo una serie di valori umani e punitivi. Il risarcimento fu molto importante e Nader usò la sua parte per finanziare la continuazione della campagna. Oggi le auto hanno un costo legato alla protezione di passeggeri e pedoni molto superiore – in termini puramente economici – a quanto sarebbe giustificato dai probabili rischi. Certo, questo costo viene passato ai clienti, che lo accattano, perché grazie a Nader oggi pensano in termini di valore di una vita perduta: non solo in termini economici ed attuariali, ma morali.
Per le auto furono un idealista, e poi un giudice ed una giuria ad imporre il cambio di punto di vista.
Se – come Umanità – dessimo veramente un valore alal vita (qualsiasi e dovunque) si salverebbero tanti bambini in Africa (il costo di evitare il glaucoma e la cecità per uno di loro è inferiore a quanto spendo per nutrire i miei cani, ed il cibo proteico per salvare quelli che muoiono di fame richiede uno sforzo altrettanto gravoso: un caffè …). Un nuovo punto di vista permetterebbe di fare tante altre belle cose.
Ma questo richiederebbe un mondo diverso e utopico e … Dio ci salvi … che rinunciassimo al caffè …
Non è un’Utopia, invece, pensare almeno ad un Occidente in cui l’elettricità ci venga dal vento o dal fotovoltaico, ed il calore dalla geotermia o sul solare a concentrazione. E’ vantaggioso per l’Ambiente ed è tecnicamente fattibile da subito, ed economicamente è giustificato nella maggioranza dei casi.
Se l’Occidente non dipendesse dai combustibili fossili, ci sarebbero molto meno attriti nel Mondo. Certo, rimarrebbero guerre di religione, e troveremmo altri materiali su cui litigare, ad esempio le Terre Rare.
Ma un grosso elemento di conflitto sarebbe rimosso.
Misurando il vantaggio in vite risparmiate … it’s a no brainer: non ci vuole grande intelligenza a capirlo. Anche se cuore ed anima sarebbero utili accessori.