di Sonia R. Marino

Da bambina rimanevo sempre incantata dalla toponomastica della mia città, alcuni nomi erano così oscuri, indubbiamente affascinanti ma tanto strani: via Abella Salernitana, via Trotula de Ruggiero, il ponte re riavule ossia il ponte dei diavoli, in realtà gli archi di un acquedotto longobardo.

Crebbi e scoprii, sia chi erano le donne dagli insoliti appellativi, sia cosa le legava a quel ponte.

Erano le Mulieres Salernitanae, le mediche della Scuola Medica salernitana, fondata nel IX secolo e che nel periodo di maggiore importanza, tra l’XI e il XIV secolo, annoverava tra i suoi membri molte donne, e per tutta Europa risuonò la eco della bravura di alcune di loro.

Cosa le univa a quel sinistro acquedotto? Nel pieno del Medioevo quattro uomini sapienti - l’arabo Adela, l’ebreo Elino, il greco Ponto e il latino Salerno - in una notte burrascosa trovarono riparo sotto gli archi dell’acquedotto; cosa che mi lasciava alquanto perplessa, la sezione dell’acquedotto è piuttosto sottile e gli archi abbastanza alti da non offrire un buon riparo, d’altronde è pur sempre una leggenda e qualche incongruenza ci può stare.

Continuiamo il nostro racconto… i quattro sapienti iniziarono a discorrere e a confrontare le rispettive conoscenze mediche, sembra che fossero feriti e si curarono l’un l’altro.

Alla fine della tempesta decisero di unirsi con il fine di aiutare il progresso della scienza. E in quella città, Salerno, sospesa tra il mare e i monti, decisero di dare vita alla loro Scuola Medica, che nel corso dei secoli vide all’opera anche le mediche: Trotula de Ruggiero, Abella Salernitana, Rebecca Guarna, Mercuriade, Costanza Calenda.

Leggendo quelle storie pensavo che mi sarebbe piaciuto raccogliere le biografie di donne che avevano fatto la differenza, che avevano fatto la storia ma delle quali pochissimi parlavano, e poi pubblicarle, a puntate, su un giornale. All’epoca esistevano solo i giornali, quelli di carta per intenderci.

Poi, però, presi altre strade, un po’ diverse da quella di storica o di scrittrice.

scienziateIl ponte re riavule - il ponte dei Diavoli - anche conosciuto come l’arco re’ riavule - archi dei diavoli - l’acquedotto longobardo a Salerno

Tempo fa, ripensai a quell’idea di tanti anni prima, e decisi che era giunto il momento di realizzarla, adattandola ai tempi. Proposi il progetto ad alcuni Enti di ricerca e universitari che collaborano con il mio e nacque: Grandi Donne.

Grandi Donne nasce come parte di Donna, immagine città ed è promosso da Integronomia con la collaborazione di: Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi Consorzio Interuniversitario, Ergolab Unitus presso Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Carige.

L’idea di fondo: diffondere sui social e nelle scuole le biografie di scienziate che hanno contribuito a migliorare la nostra vita, spesso senza riceverne alcun riconoscimento. Scienziate da ogni luogo e di ogni epoca, un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso delle incredibili figure femminili.

Alcune di loro in vita sono riuscite a raggiungere un discreto riconoscimento, ma la maggioranza di queste scienziate è stata consegnata a un ingiusto oblio. Il progetto vuole restituire a queste scienziate il ruolo che spetta loro di protagoniste della storia, e nel contempo promuovere le pari opportunità e contrastare gli stereotipi di genere.

scienziate2

Infatti, la scienza è poco apprezzata dalle ragazze anche a causa della sua rappresentazione troppo maschile. Chi ne ha le possibilità e le competenze ha il dovere morale di diffondere la conoscenza e l'importanza delle donne scienziate e di cultura, del loro lavoro e del loro contributo allo sviluppo della scienza e al benessere della società, per il bene anche delle future generazioni.

Le biografie delle Grandi Donne sono comunicate attraverso degli audio-video, inseriti, settimanalmente, nel sito Donna immagine città in una specifica sezione (il link alla fine dell’articolo).

La scelta della doppia versione, video musicato e video con lettura del testo, risponde alla volontà di rendere questo progetto il più inclusivo possibile, affinché sia fruibile anche alle persone con disabilità visive.

Altre azioni sono allo studio, sia per migliorarne l’inclusività, sia la diffusione.

scienziate3Le mulieres salernitanae in una miniatura del “Codex Vindobonensis 93”, alla Biblioteca Nazionale di Vienna.Tra queste azioni una è l’apertura settimanale di una stanza dedicata a queste Grandi Donne, il lunedì alle 19:30, su Clubhouse ospitati da Culturaitalia, club fondato da Andrea Valeri, esperto di politiche culturali. Culturaitalia mi è sembrato il club più adatto, in quanto votato proprio alla diffusione e valorizzazione della cultura in tutti i suoi molteplici aspetti, e proprio all’interno di questo club ho incontrato e apprezzato la professionalità di alcuni esperti di arte e del settore cultura e insieme discorriamo su queste Grandi Donne e la loro epoca.

Ogni settimana in questa stanza presento una Grande Donna e da questa biografia si dipana, grazie agli ospiti che vi presenterò nei prossimi articoli, una conversazione sul periodo in cui la scienziata visse, tra arte, storia e tecnologia, il tutto sempre con uno sguardo all’emancipazione femminile e alla parità di genere 

rif: Sito Grandi Donne:

02-05-2021
Autore: Sonia R. Marino
Architetto European Ergonomist
Presidente Integronomia, ricerca e consulenza in ergonomia e sostenibilità - www.integronomia.it
meridianoitalia.tv

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