Grandi Donne: scienziate che hanno fatto la storia.

di Sonia R. Marino

“Non era appropriato per le donne mostrare il proprio corpo a un uomo e, quindi, non potevano accedere alle cure mediche. Lei si prese cura di più di 3.000 donne e uomini nei primi 10 mesi di lavoro.”

Kim Jeom-dong, anche conosciuta come Esther Park, è stata la prima dottoressa coreana.

Nasce tra il 1876 e il 1877 a Seoul, in una famiglia di convertiti al protestantesimo, economicamente modesti ma di idee progressiste. Nella Corea di fine ‘800 la religione cristiana diffusa dalle missioni è anche la religione del progresso, della tecnologia e della modernità, e i genitori decidono che la figlia studierà.

Kim Jeom-dong, studia, impara l’inglese, e diventa interprete per una dottoressa missionaria, Rosetta Sherwood Hall. Questa esperienza la porta ad appassionarsi alla medicina occidentale.

foto 1 kim jeom dong e altriSposa Park Yu-san e inizia a usare il suo nome di battesimo: Esther, insieme al cognome del marito, Park.

Il marito crede nel cambiamento, nella modernizzazione e appoggia il desiderio della moglie di studiare.

1894-95, si trasferisce negli Stati Uniti col marito ed entra alla Baltimore Women's School of Medicine.

Le condizioni di vita sono difficili e, forse, anche queste influiscono sulla prematura morte del marito, ma nonostante le avversità Esther Park continua i suoi studi.

1900, si laurea in medicina.

Torna in Corea e viaggia per il paese per curare gratuitamente le donne.

Vestita all’occidentale, rispettata e ammirata, gira instancabilmente il paese curando migliaia e migliaia di coreane e coreani, più di 3.000 nei primi 10 mesi di lavoro.

foto 2 Carolina Beatriz ÂngeloCarolina Beatriz Ângelo

È decisiva nell’arginare un’epidemia di colera, non solo, viene coinvolta nella creazione della prima scuola per bambini non vedenti.

Svolge un ruolo fondamentale per l’emancipazione femminile nel suo paese, incoraggiando le giovani ragazze coreane a studiare, e nell'introdurre l'assistenza infermieristica in Corea e nel diffondere le basi dell’igiene e le buone pratiche in materia.

Traduce numerosi testi di medicina occidentale.

Una vita dedicata a curare gli altri e per nulla sé stessa, e a poco più di 33 anni, nel 1910, muore di tubercolosi.

Muovendo dalla video-biografia realizzata per il progetto Grandi Donne ho organizzato una conversazione transdisciplinare su Clubhouse ospitati da Culturaitalia.

Una delle prime riflessioni ha portato a un collegamento tra Kim Jeom-dong e la prima medica portoghese, che visse proprio negli stessi anni: Carolina Beatriz Ângelo (1878-1911).

Ângelo si laurea a Lisbona nel 1902 e si specializza in ginecologia, nel frattempo inizia anche la sua attività per il suffragio femminile.

Lei scopre una falla linguistica nella legge sul diritto di voto che poteva essere utilizzata per estendere il diritto anche alle donne, capofamiglia in portoghese ha un plurale uguale, sia se riferito alle donne, sia per gli uomini.

Essendo vedova con un bambino, dunque capofamiglia, richiese alla commissione elettorale che il suo nome fosse inserito nel registro elettorale. La richiesta fu rifiutata.

foto 3 grandi donne clubhouse locandinaÂngelo non si perse d’animo e presentò un ricorso. Nel 1911 un giudice si pronunciò a suo favore con tale motivazione:

“Escludere le donne ... solo perché sono donne ... è semplicemente assurdo e ingiusto e in contrasto con le idee stesse di democrazia e giustizia proclamate dal Partito Repubblicano”.

Il 28 maggio 1911, Carolina Beatriz Ângelo divenne la prima donna portoghese a votare, nonostante le proteste del presidente del seggio elettorale. 

Un paio di mesi dopo, Carolina Beatriz Ângelo lamenta una stanchezza estrema e muore di sincope cardiovascolare all'età di 33 anni. 

Dopo la sua morte la legge venne modificata in modo da ‘correggere’ l’errore linguistico ed escludere le donne dal voto. Al suffragio universale, in Portogallo, si arriverà molti anni dopo.

foto 4 Berthe MorisotBerthe MorisotIn questo occidente ancora così discriminatorio, negli anni in cui Kim e Ângelo nascono, nel mondo dell’arte si era innescata una vera rivoluzione, era l’epoca degli impressionisti. Quando lei nasce a Parigi gli impressionisti si ritrovano per la terza volta nello studio del fotografo Nadar. Non è un caso la scelta di uno studio fotografico. Il loro movimento artistico rappresentava una rivoluzione nell’arte, e la fotografia in quel momento rappresenta la grande innovazione tecnologica nel mondo dell’arte. Altresì vero che non erano ben visti nei saloni ufficiali.

L’impressionismo è anche il movimento che vede tra le sue file grandi pittrici, quali Eva Gonzalès, Berthe Morisot, Mary Stevenson Cassatt.

Tutte donne che contribuiscono in modo sostanziale all’arte proprio nel decennio di nascita di Kim e Ângelo.

Pittrici che dovettero affrontare numerose barriere di genere, ad esempio al Louvre era consentito alle donne dipingere o schizzare i capolavori solo se accompagnate da pittori uomini.

Durante la conversazione siamo tornati nella Corea dell’epoca e alla produzione letteraria del momento, legata a dei canti-poesie sciamanici in cui erano presenti figure femminili sciamaniche, considerate delle divinità e che rientravano nel contesto della medicina tradizionale coreana.

Le sciamane erano una presenza riconosciuta e rispettata, praticavano la medicina tradizionale del luogo, ma principalmente per le donne, quindi ostetricia e ginecologia. Questo non significa che fossero contesti matriarcali o egalitari, bensì una società in cui la donna all’interno della casa occupava una posizione dominante.

Si è anche posto l’accento sul ruolo che ebbero il padre e il marito di Kim per il suo successo. Il padre era un uomo di ampia apertura mentale e culturale, rispetto all’epoca e al contesto in cui viveva, e la incoraggiò a studiare. Anche se per l’epoca era di idee moderne le impose le seguenti condizioni: non si sarebbe mai dovuta recare negli Stati Uniti e avrebbe lasciato gli studi e il lavoro al momento del matrimonio.

E qui entra in gioco il secondo uomo determinante per la sua carriera, il marito. Anch’esso era un coreano convertito e appoggiò fermamente il desiderio della moglie di studiare e lavorò affinché lei potesse realizzare questa sua aspirazione. E dopo averla sposata si trasferirono negli Stati Uniti proprio con l’obiettivo di farla studiare.

Significativo è anche quanto Kim Jeom-dong fosse rispettata nella società coreana dell’epoca, sia da donne, sia da uomini, e quanto quella società dimostrasse una grande apertura nell’accettare, senza alcun pregiudizio, che una coreana girasse il paese abbigliata in un modo così inusuale, all’occidentale.

Kim è stata fondamentale per l’emancipazione femminile in Corea, grazie a lei, e a donne come lei, che si crea in quel paese un movimento per la parità delle donne. Oggi molte coreane portano il suo nome, e tante hanno scelto la professione medica.

Un’amara riflessione finale emerge da tutto questo: a distanza di 140 anni dalla sua nascita parliamo di Kim e delle sue colleghe scienziate perché la storia le ha relegate nell’oscurità e ci ritroviamo a discorrere sulla parità di genere e su quanta strada ancora si debba percorrere per raggiungere questo traguardo.

L’evento Grandi Donne, scienziate che hanno fatto la storia. La prima dottoressa coreana si è tenuto su Clubhouse, ospitato da Culturaitalia, alle 19:30 dello scorso 19 aprile.

Hanno partecipato:

Sonia R. Marino – architetta, ergonoma europea e fondatrice di Integronomia, ricerca e progettazione in ergonomia e sostenibilità, ideatrice e curatrice di Grandi Donne.

Donatella Caione – esperta di comunicazione, attivista contro sessismo e violenza di genere, responsabile di Matilda editrice, specializzata in libri per l’infanzia.

Leonardo Catalano – storico dell’arte, insegnante, consulente di servizi didattici e fondatore di Narcisodautore, specializzata nella creazione di percorsi culturali in Italia e nel mondo.

Gaia Riposati – attrice, performer, regista, autrice e co-fondatrice di Riavviaitalia, piattaforma che raccoglie idee per il riavvio del paese.

Mehret Tewolde – già prima dirigente donna allo IOR, oggi si occupa di cooperazione internazionale e relazioni tra Italia e paesi africani, coach e impegnata per la diversity&inclusion

Audio-video progetto Grandi Donne a cura di Sonia R. Marino in collaborazione con Integronomia, INBB, Ergolab-Unitus: http://www.immaginecitta.org/icd/nondimenticare/grandi_donne/grandi_donne.html   

 

05-05-2021
Autore: Sonia R. Marino
Architetto European Ergonomist
Presidente Integronomia, ricerca e consulenza in ergonomia e sostenibilità - www.integronomia.it
meridianoitalia.tv

Questo sito utilizza cookie tecnici, google analytics e di terze parti. Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie. Se rifiuterai, nel tuo pieno diritto secondo la norma GDRP, la tua navigazione continuerà all'esterno del sito, Buon Navigazione Meridianoitalia.tv