In morte di Papa Francesco.

di  Emiliano Longhi

Te ne sei andato, Vecchio Padre,

In silenzio e senza voce. Un sole

Luminoso, di primo mattino,

Una lunga scala Ti ha preparato,

Quella che porta su in cielo.

Senza voce, sereno, sei partito.

La tua mano stanca ha salutato.

Le pecorelle, il Pastore, hanno smarrito.

Che faranno, ora, senza di Te,

Tu, che, col cuore aperto, le amavi?

Restano vuote, senza carezze le mani

Dei bimbi. Ora, forse, arriveranno

I Lupi affamati, e le sbraneranno.

Vecchio Padre, stanco e malato,

L’ultima notte della tua vita,

Quando la morte era già in agguato,

Hai rivisto via Varela, nel quartiere

Flores, della bella Buenos Aires.

Dove giocavi a palla con Donato,

Figlio di un mio paesano, emigrato.

Preferivi alle ricette elaborate,

Empanadas, bagna càuda e mate.

La malattia con coraggio hai sopportato;

Hai dato l'ultimo abbraccio d'amore;

Zitto zitto, senza voce, Te ne sei andato.

Ma quella voce a molti altri l'hai lasciata:

Ai tuoi “ultimi”, che tanto hai amato.

Con Te si spegne il faro che dava luce

Ai migranti in mare, e al porto conduce;

Ai poveri nell’oscurità del tunnel della vita.

Con Te si spegne il vento che gonfiava

Le vele della speranza.

Con Te si spegne la candela che dava

Luce a chi non ne aveva.

  (22.04.2025)

23-04-2025
Autore: Emiliano Longhi
Poeta e saggista, già direttore Istituti di cultura italiani all'estero
meridianoitalia.tv

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