di Ranieri de Ferrante
La X Mas è diventata, nella ignoranza dei fatti che oggi sembra prevalere, simbolo di fascismo, e come tale il suo nome viene usato da una parte e vilipeso dall’altra. La verità è diversa: la Decima Mas (quella vera … non quella della Repubblica Sociale …) e la sua storia meritano la riconoscenza di tutti noi italiani. Sia chi ne usa il nome per promuovere idee che non hanno posto in un mondo liberale, sia chi ne confonde la memoria commette un delitto contro la verità ed offende le basi su cui la nostra Democrazia è costruita.
Ho molto riso quando ho sentito che c’erano state proteste contro la scritta Xmas, che notoriamente viene usata, in inglese, per abbreviare la parola Natale. Qualche ignorante la considerava un richiamo alla X Mas, e quindi incitazione fascista. Era una cosa troppo stupida per prenderla sul serio.
Mi sono rattristato quando - il 2 Giugno - ho visto il Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare Italiana (COMSUBIN) sfilare senza il suo iconico grido “DECIMA!”. Mi sono rattristato perché la Marina, cui sono legato da sentitissima tradizione familiare, non ha difeso la propria storia.
Ma oggi mi sono sentito veramente offeso quando ho letto che il Generale Vannacci, Vice Presidente della Lega e promotore di un pensiero che ben poco ha a che fare con un mondo liberale, ha invitato a votare per il candidato del suo partito “tracciando un Decima sulla scheda”, in parole povere una “X”.
Il nome “DECIMA” non è uno slogan di partito (e per di più usato scorrettamente). Dovrebbe, invece, far pensare ad una delle pagine più gloriose della nostra storia.
Forse è il caso di capire qualcosa di più prima di parlarne, e di essere fieri di ciò per cui c’è ragione di esserlo.
La X Mas (cito da Wikipedia, la Bibbia del nostro tempo) “fu una unità speciale della Regia Marina Italiana … il cui nome è legato a numerose imprese belliche di assalto ed incursione”.
Quello che si nasconde dietro il termine “assalto ed incursione” è un tesoro di eroismo, fatto di Operatori che affrontavano il nemico nelle condizioni più difficili e pericolose. Entravano nei porti, con i respiratori dell’epoca, a cavallo dei famosi Maiali, che non erano altro che siluri, lenti e goffi, con la parte anteriore piena di esplosivo da staccare ed attaccare alla chiglia di bastimenti nemici. Oppure assaltavano a bordo di barchini, piccoli motoscafi anch’essi imbottiti di esplosivo. I piloti li guidavano fino a poche centinaia di metri dall’obbiettivo per poi buttarsi in mare. Avevano pochi secondi per arrampicarsi su un piccolo zatterino, altrimenti la pressione esercitata dall’esplosione li avrebbe uccisi, perché erano tanto, tanto vicini al bersaglio … e quei bersagli non erano pacifiche navi mercantile, ma navi da guerra che sparavano con tutte le loro armi.
Non si trattava di missioni suicide - che generalmente sono frutto di un estremismo mentale alieno alla nostra cultura - ma di missioni rischiosissime, affrontate con lucido coraggio. Anche se c’è stato anche chi (i nomi sono Teseo Tesei ed Alcide Pedretti) si è consciamente sacrificato per aprire la strada ai propri compagni.
La X Mas, nel ’43, ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Valor Militare (dal Re, non dal Duce), e lo stesso riconoscimento lo ricevettero - in 3 anni - ben 31 dei suoi appartenenti. Nella Storia italiana è l’unità che ne ha ricevute di più, e voglio mettere questo numero in prospettiva: da quando la Medaglia d’Oro fu istituita nel 1793 (oltre 300 anni fa …) ne sono state conferite in totale 2606, di cui solo una parte ad individui (molte sono ad Unità Militari, Organizzazioni e Città).
Io ne ho conosciuto uno, di questi Operatori: Durand De La Penne, 5 anni più vecchio di mio padre, che a 26 anni, con un Maiale, entrò nel porto di Alessandria affondando la corazzata Valiant. I dettagli dell’azione mettono in evidenza non solo il coraggio, ma anche l’umanità ed il senso dell’onore di questo giovane. Se volete, cercate su Internet. Se siete pigri, vi basti sapere che la Medaglia d’Oro al Valor Militare Italiana gli fu appuntata, dopo la guerra, dall’Ammiraglio Morgan, inglese, che nel ’41 comandava la Valliant, la nave che lui aveva affondato. Il rispetto che si riceve dai nemici vale doppio. Il rispetto di un Comandante verso l’avversario che ha affondato la sua nave … vale triplo
De la Penne era un uomo normale, che aveva – immagino – avuto paura ma aveva saputo vincerla. Che aveva saputo mantenere lealtà e civiltà in condizioni terribili.
Soprattutto che un uomo non era fascista, come mai fu fascista la Marina, che infatti era vista con grande sospetto dal Regime e che addirittura, nell’immediato Dopoguerra, fu (ingiustamente) accusata di collusione con gli Inglesi. Dopo l’Armistizio del Settembre ’43 la Marina Italiana si spostò al Sud, nell’Italia liberata, seguendo gli ordini del Re. Anche gli operatori della X Mas “originaria” lo fecero e continuarono ad agire, con onore, contro i tedeschi, sotto il nome di ItalAssalto.
Al Nord venne invece creata una unità che con la vera Decima non aveva niente a che fare. Una unità sostanzialmente di fanteria - anche se si chiamavano “marò” e portavano il solino - che, guidata da Junio Valerio Borghese, appoggiò i tedeschi e diede la caccia a partigiani ed ebrei (ma difese anche il Nord Est contro i partigiani Titini …). Si chiamò X Mas perché il Comandante Borghese, che aveva fatto parte della vera X Mas (ogni organizzazione ha le sue pecore nere …), ne rubò il nome.
Lo Stato Italiano esplicitamente non riconosce l’organizzazione di Borghese come collegata alla X Flottiglia MAS pre - armistizio. Ma è quella fascista la X Mas cui oggi si pensa, insultando quella vera.
COMSUBIN ed i suoi Operatori sono gli eredi della vera X Mas e quando gridavano “DECIMA!” lo facevano non per esprimere nostalgia reazionaria (che non è mai stato nel DNA della Marina), ma piuttosto la loro vicinanza ed omaggio ai loro predecessori della Seconda Guerra Mondiale, ed ai Luigi Rizzo del 15/18, e via così.
“DECIMA!” è risuonato per anni, il 2 Giugno, di fronte a Politici (P maiuscola) che avevano scritto la Costituzione ed, in molti casi, erano stati perseguitati dal Regime. Questi politici portavano nomi come De Gasperi, Pertini, Nenni … e sapevano che la Formazione che sfilava di fronte alla tribuna aveva contribuito quanto loro alla nascita della nostra Italia, libera, indipendente e democratica. E che aveva il diritto a fierezza e ricordo.
Non so se mi dia più fastidio che ci siano politici (p minuscola …) che fanno riferimento ad una Organizzazione - che non li avrebbe certo voluti fra i suoi membri - per promuovere idee illiberali (ed è ancora più grave che a farlo sia un ex Militare) … o se mi irriti di più che la Sinistra ed i Populisti abbiano cancellato chi nella storia ci sta di diritto, sostituendolo, nella loro rivisitazione, con chi quel nome lo ha rubato e sporcato.
So però che oggi COMSUBIN sfila in silenzio. E forse non è male: molti dei politici attuali (escludo esplicitamente il Presidente Mattarella) non hanno la cubatura morale, politica e culturale per meritare l’omaggio “DECIMA!”.