di Ranieri de Ferrante

L’idea europeista è sotto attacco in diverse Nazioni del nostro Continente. Le Forze sovraniste hanno, fortunatamente, grandi difficoltà ad affermarsi - l’ultimo caso la sconfitta di Simion in Romania - ma la preoccupazione è forte. Ora temiamo per la Polonia, che sarebbe un colpo molto duro. In Italia il rischio antieuropa è ridotto, se non inesistente. Non per i numeri, ma per un’anomalia politica, per la quale dobbiamo ringraziare Silvio Berlusconi. Anche se forse la creazione di questa (positiva) anomalia non è stata intenzionale …

1 – Il rischio antieuropeo: l’ Unione Europea, ed i suoi ideali, sono sotto attacco da movimenti sovranisti, che vanno dalla sfida in Polonia alla Romania, alla Francia, alla Spagna di Vox. L’Europa però reagisce: l’antieuropeista Simion ha perso le elezioni in Romania, perché i cittadini hanno compreso quanto l’UE ha fatto e può fare per la loro Nazione e si sono coalizzati, qualunque fossero le loro specifiche visioni politiche, per non far prevalere una visione antistorica e non conveniente.

Lo stesso accadde, mesi fa, in Francia, con la sconfitta della Destra Lepeniana che al primo turno aveva riportato (come Simion) una vittoria clamorosa. In Francia l’alleanza fu addirittura ufficiale, con un esplicito accordo di desistenza fra i partiti di sinistra, centro e destra moderata.

E reazione c’è anche in altre Nazioni europee, ad esempio la Germania, dove si cerca di arginare l’estrema Destra per via giudiziaria o isolandola politicamente. M ricorda l’Arco Costituzionale di buona memoria, contro l’MSI.

Tutto ciò - all’apparenza - è un modo poco Democratico per difendere la Democrazia. Il Vice Presidente Americano J.D. Vance non si è fatto scrupoli a rimproverarcelo un paio di mesi fa. Quello che Vance non sembra capire è che l’Europa di oggi nasce dalla rovina della Seconda Guerra Mondiale, e che i suoi Padri hanno profondamente intessuto, nel suo DNA, il rifiuto di qualsiasi ideologia possa provocare un disastro simile.

In questo mondo di sfide fra europeisti ed antieuropeisti la situazione italiana è particolare, e – penso - meno preoccupante per l’Unione Europea. Non credo che Ursula Von der Leien, quando l’Italia ha votato contro la sua candidatura a Presidente della Commissione, abbia temuto una deriva del nostro Paese. Ed il motivo è uno: una vecchia canzone di Forza Italia diceva “meno male che Silvio c’è!” . Noi dovremmo dire “meno male che Silvio c’è stato!”. E questo lo dico, su questo argomento, pur avendo smesso di votare per lui nel 96/97 ….

2 – Il Centro Destra di Berlusconi. All’inizio del 1994 Berlusconi “scese in campo” compiendo un miracolo: non solo creò in pochi mesi una Destra dotata di una connotazione politica, ma la creò collegando la sua neonata Forza Italia al Nord con la Lega, al Sud con Alleanza Nazionale. E portò questa Destra a sconfiggere la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto.

Mentre i due Partiti associati avevano diverso baricentro geografico -  perno su cui la doppia alleanza era costruita - lo avevano anche politico: AN era l’erede dell’MSI, che a sua volta nasceva dal Fascismo, la Lega era un movimento con alcune posizioni squisitamente di destra (rifiuto dell’Immigrazione) e populiste (Roma Ladrona, desiderio di smettere di “pagare” per la pigrizia dell’Italia Meridionale) innestate su una base fondamentalmente antifascista. E la dimostrazione che questo fosse una difficoltà venne qualche mese dopo, quando Bossi fece cadere il primo Governo Berlusconi adducendo, fra l’altro, l’impossibilità di cooperare con i Fascisti di AN.

Berlusconi ricucì la frattura e il Centro Destra che ne nacque dura ormai da 30 anni.  Non male, se si pensa che la Democrazia Cristiana, l’eterna Balena Bianca, ne è durata poco più di 50.

Il Centro Destra di oggi ha gli stessi protagonisti (Forza Italia, Fratelli d’Italia che nasce da AN, e Lega). Hanno però natura e peso molto diversi da quello che avevano in partenza:  

FdI è partner non più di minoranza (come era AN) , ma titolare del 60% dei voti della Coalizione, esprime il Presidente del Consiglio ed è un partito sulle cui idee si possono muovere molte osservazioni, ma che, pur criticando la UE per alcuni eccessi, non mette in dubbio che il futuro dell’Italia non possa essere da sola;

La base della Lega, invece, è scivolata a destra, ed il suo Federalismo interno è diventato Sovranismo estero. Oggi è sostanzialmente sovrapponibile ai Lepeniani ed ai Sovranisti di Simion, che infatti ha apertamente sostenuto. Salvini si comporta come se fosse socio paritario di FdI, ma le sue parole in genere rimangono tali perché il suo peso all’interno della Coalizione è ridotto;

Forza Italia - non più guida del Gruppo ma anzi molto ridimensionata nei consensi - è l’ala “sinistra” della Coalizione, garantendone la solida adesione all’Europa e la moderazione delle strategie. Tajani, senza il carisma di Berlusconi, ma anche senza i suoi evidenti difetti, ne incarna bene lo spirito centrista.

Tre Forze diverse, con dissidi interni, ma che si rendono perfettamente conto che la mancanza di una delle tre condannerebbe la Coalizione alla sconfitta. Tre Forze che sono sempre pronte e capaci di “trovare una sintesi” (come si dice in politichese …) per restare al potere.

I Sovranisti “in purezza” per affermare le proprie idee devono conquistarsi il potere. E questo è un difficile “soli contro tutti”, come dimostrano Francia, Romania, Germania, Spagna. In genere raccolgono una discreta messe di voti, ma certo non abbastanza per governare. Anche se abbastanza per creare una angosciosa tensione.

L’Italia è diversa perché la sua componente antieuropeista non è a sé stante, ma è strutturalmente e storicamente inquadrata nella Coalizione di Centro Destra. E’ come un virus diluito, incapace di nuocere.

I nostri sovranisti sono al Governo, e ne godono dei privilegi. Per sostenere le proprie idee dovrebbero lasciare il potere. Diceva Totò Riina che “cummannari è megghiu ca futtiri”. La Lega non lascerà il Governo, e l’Europa (e noi cittadini) possiamo stare tranquilli: la permanenza dell’Italia nella UE non sarà mai, seriamente, in dubbio.

3 - Una conclusione personale: ho rivalutato Berlusconi anche se, complessivamente, continuo ad averne una visione negativa.  Bisogna però riconoscere che l’opinione generale è spesso determinata dalle Olgettine, dalla bandana per proteggere i capelli trapiantati, dalle barzellette fuori luogo, che sono l’aneddotica del personaggio. La linea politica, invece, può essere condivisibile o meno, ma - come dimostra il confronto con Trump –  è sempre stata liberale e  democratica e si è mossa, in buona sostanza, all’interno del perimetro legale.

La principale eredità del politico è questo Centro Destra che, fra l’altro, ha inglobato il Sovranismo in una Coalizione di governo ed ha così evitato che questo cancro prendesse veramente piede in Italia.

Se questo risultato fosse voluto … non lo sapremo mai, ma ci sono un paio di osservazioni da fare:

La prima è che quando il Cavaliere ha costruito questo meccanismo che oggi “blinda” l’appartenenza alla UE per l’Italia … il Sovranismo ancora non c’era, o almeno non era minaccioso come oggi;

La seconda è che Berlusconi aveva, verso l’Europa, una visione ambivalente: il Sole 24 ore ne descrive la parabola come “un rapporto mai lineare … dall’euroscetticismo latente all’ancoraggio iper – europeista”. Blindare il rapporto Italia/UE non è mai stato una sua priorità chiave.

In conclusione … in genere i processi chimici, oltre al composto cercato, ne generano anche altri, che a volte possono valere quanto e più del prodotto previsto. Si chiamano “byproducts” … ed esistono anche in politica.

29-05-2025
meridianoitalia.tv

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