di Ranieri de Ferrante

Gli eventi di questi giorni hanno fatto tornare alla mia mente fatti una trentina di anni fa, in Ukraina. No, non è corretto: quelle 24 ore sono sempre dentro di me. Hanno impresso un segno profondo, e mi hanno lasciato con delle domande dentro, come una ferita mal cicatrizzata. Quel ricordo, e quei segni, sono parte, oscura ma molto trasparente, di quella lente chiamata esperienza, attraverso la quale guardare il mondo che ci circonda, e darsi motivazioni per migliorare noi stessi e la società capendo che il male è fermamente fra di noi.

E’ almeno una settimana che la TV mostra le conseguenze dei violenti raids dell’ICE (il Dipartimento Federale che controlla l’Immigrazione negli USA e che sotto Trump ha avuto mano libera) a Los Angeles.

I video dei raids, cui ovviamente la comunità civile americana ha reagito con preoccupazione e disgusto (a volte con violenza, ma le mele marce ci sono dappertutto) somigliava a filmati di 80 anni fa, con i Tedeschi che raccoglievano gli Ebrei, casa per casa,  per deportarli.

1 - Un racconto dal XX Secolo

 

Ci sono due giorni, in realtà un po' meno di 24 ore, che hanno lasciato una traccia importante in me come professionista, come persona e come osservatore di ciò che mi circonda. 24 ore che oggi in me sono più vive e vicine che mai.

Si parla di quasi 30 anni fa, alla fine del secolo scorso, e devo dare un minimo di background.

Ai tempi ero alla guida delle attività di ABB - gigante Svizzero Svedese dell’Elettromeccanica ed Energia – in tutto l’ex Blocco Sovietico, dalla repubblica Ceca, alla Russia ai Balcani. L’ABB Ukraina, pur se relativamente piccola, era una delle Consociate che mi preoccupavano di più. Circa tre quarti dei suoi 2000 dipendenti erano concentrati in una fabbrica in una cittadina a nord di Kiev, e questo impianto aveva bisogno di una importante ristrutturazione. Avevo fatto i mie conti e le mie valutazioni, e concluso che la forza lavoro dello stabilimento dovesse essere ridotta di circa 800 unità.

Non mi fidavo molto del Presidente della Consociata (svedese) e del suo Direttore Finanziario (un baffuto americano di origine russa), quindi avevo scelto di intervenire personalmente.

La sera prima della riunione prevista per avviare questa ristrutturazione eravamo, noi tre, a cena in un ristorante sul Dnieper e la cameriera che ci serviva era di una bellezza strepitosa. Non mi vergogno di ammettere che le avevo dato più di uno sguardo. Fra l’altro mi distraeva dal disagio che provavo al pensiero del giorno dopo.

“Ti piace?” mi chiese il Direttore Finanziario, guardando la cameriera … perfino i baffi erano laidi …  

“Certo, è molto bella” risposi, D’altra parte non avrei potuto dire il contrario, né pensavo di avere motivo di farlo

“La vuoi? Te la faccio trovare in camera” …  servizievole … complice …

“Non è una prostituta, ed inoltre non mi sembra il caso” …  freddo, sperando che la smettesse

“Non ti preoccupare, qui si compra tutto: sono morti di fame e ti danno tutto se li paghi” …

Chiusi il discorso con decisione, ma il disprezzo che intrideva la frase mi rimase nella mente: disprezzo verso le donne, la povertà, le difficoltà di un intero popolo. Verso la dignità umana.

Il giorno dopo andammo alla fabbrica, due ore di macchina. L’incontro, come prevedibile, fu duro e spiacevole, ma feci il mio lavoro. Ero ovviamente angosciato, ma sapevo che era un intervento necessario, e reso tale da “colpe” di altri: avendo preso la responsabilità dell’Area da poco, avevo almeno l’attenuante di essere estraneo alle difficoltà e – forse – agli errori cui stavo cercando di porre rimedio. Avevo solo fatto il mio lavoro, al meglio della mia coscienza e compiti, e, chiuso in me dopo la tensione della mattinata, guardavo fuori dal finestrino.

Lungo la strada c’era un bosco “Le facciamo vedere qualcosa” mi disse uno staffer ukraino, fermandosi.

Entrato fra gli alberi, notai che dai rami pendevano dei nastri.

Ne chiesi il perché ed il significato: “quando i tedeschi presero Kiev” mi fu risposto “portarono qui ebrei, comunisti, omosessuali ed altri e li uccisero. Quando poi i russi ripresero la città, portarono qui i collaborazionisti e tanti indipendentisti ukraini e li massacrarono. Qui sotto sono sepolte migliaia di cadaveri”.

Usci dal bosco letteralmente in punta dei piedi.

2 – Una riflessione nel 2025

Oggi, ripenso a quelle 24 ore più di frequente, perché più di frequente vanno in risonanza con quanto sta succedendo in questi mesi. Il raid dell’ICE, per esempio.

Zelensky alla Casa Bianca (“non hai le carte”), ai miei occhi, è stato come quella giovane cameriera. Anche lei, come il Presidente ukraino, non aveva le carte. Avrebbe forse avuto un moto di reazione alla proposta ma poi avrebbe rinunciato al suo orgoglio e ceduto. Per mangiare, o forse per comprarsi un paio di jeans. Jeans che per una ragazza occidentale sarebbero stati scontati, come scontata è per noi la pace di cui godiamo e l’Ukraina no.

Zelensky deve mettere a tavola una famiglia di 40 milioni di persone …

Trump non fa testo, ma è evidente che la polarizzazione della politica ed il cambiamento (in peggio) di chi la guida, il crollo dell’equilibrio dei rapporti umani e l’avvento di Internet  generano una mancanza di rispetto per le proprie interfacce: donne, avversari politici, minoranze, sconosciuti. Non era così: l’MSI (antenato di Fratelli d’Italia) era al di fuori dell’”Arco Costituzionale”, e tenuto a distanza come lebbrosi dai Partiti democratici (dalla Destra Liberale al Partito Comunista). Eppure quando il suo padre storico, Giorgio Almirante, morì, ed il suo funerale passò sotto la sede storica del PCI (le Botteghe Oscure …), tutti i dirigenti del partito scesero per rendere omaggio all’avversario e all’uomo. Come Almirante, qualche anno prima, era andato a porgere omaggio alla salma di Berlinguer.

Quando invece penso al bosco, è perchè quel giorno avevo appena licenziato 800 persone. Era il mio compito ma, in tempo di pace, e nella situazione in cui versava l’Ukraina, perdere il lavoro era sconvolgente quasi come perdere la vita in tempo di guerra. Penso quindi ai soldati Israeliani a Gaza, ed al loro conflitto interiore. Immagino reagiscano – nella grande maggioranza – come feci io: fanno il loro lavoro. Ma, come me, immagino non ne godano.

Dagli USA da cui è arrivato il filmato con cui ho cominciato, invece, vengono immagini di immigrati irregolari, incatenati, con tute da carcerati ed a busto chino salire sugli aerei per El Salvador, dove vengono chiusi in gabbie. Di fronte a queste Kirsti Noem, Segretaria per la Sicurezza Interna può farsi fotografare con un fucile in mano. E le foto dei deportati sono esposte nei giardini della Casa Bianca, come teste montate su pali intorno ad un villaggio primitivo.

Non credo Noemi e complici avrebbero avuto angosce nel caricare - gioiosamente - gli ebrei sui vagoni per Auschwitz. O che ne avrebbero avute nel premere il grilletto a Baby Yar o a Katyn, o nel picchiare a morte i detenuti nel ghiaccio dei gulag russi. O nel servire Pol Pot in Cambogia, o denunciare i genitori uccidendoli a bastonate come nella Rivoluzione Culturale, o - per arrivare al giorno d’oggi – nel prendere il posto dei russi che nel 2022 hanno massacrato 440 civili a Izuym.

La conclusione può essere una sola: l’assolutismo violento (il nazifascismo ne è solo una parte … lo stalinismo un’altra, il pla cui perdita sarebbe stata mortale utinismo non è differente) e il fanatismo che ne consegue sono fra di noi. Ma il sintomo non sono quattro “scappati di casa” che fanno il saluto fascista o tengono in casa il busto di Mussolini o qualche ricordo della Russia dei Gulag. E’ piuttosto nel cominciare a percepire, ormai anche nella civilissima Europa Occidentale, come “normali” cose che 80 anni di pace e democrazia ci avevano insegnato a trovare rivoltanti. E’ una infezione cui siamo tutti esposti, ogni giorno.

17-06-2025
Autore: Ranieri de Ferrante
Fulbright Fellow, ed attualmente si occupa di Ambiente. Nel passato ha operato nella Farmaceutica, Consulenza (McKnsey), Informatica, Energia e Difesa, coprendo posizioni come Presidente, ABB, Central Eastern Europe e Co – CEO, Alenia Marconi Systems.
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