di Ranieri de Ferrante

Trump vorrebbe il Nobel per la Pace. Lo hanno avuto Al Gore ed Obama. Lui ne è però lontano: sta fallendo a Gaza, dove è Netanyahu che guida. Ha bombardato l’Iran. Sull’Ukraina Putin gli ha sbattuto la porta in faccia, anche se con dichiarazioni di amicizia eterna e tante sviolinature all’ego di “The Donald”. Continua a minacciare di invadere Canada, Groenlandia e Panama. Si è dimostrato inadeguato in Europa, Asia e le Americhe. Ora Trump ci riprova in un quarto continente, l’Africa, con una pace che non è pace, e che fa riferimento ad una guerra che non è una guerra. Ma in Australia ha avuto un successo significativo.

Non ho accesso ai cassetti di Trump, e francamente non mi dispiace, ma se in questi cassetti c’è un sogno è il Nobel per la Pace. “Al Gore, che è un fallito, lo avuto, ed Obama, che per giunta è negro, lo ha avuto addirittura sulla parola. Con tutto quello che ho fatto è una cattiveria ed una ingiustizia non darmelo”. Scusate le frasi politicamente scorrette, ma sto immaginando i pensieri di The Donald.

Berlusconi definiva Obama abbronzato. Sono anni che dico che Trump fa sembrare il Silvio nazionale un raffinato gentiluomo e statista.

Passando a cose serie, da bambino c’erano due film che – letteralmente – facevano fare la pipì sotto a mio figlio: uno era il cartone animato di Robin Hood, con Sir Biss, ed il secondo era Mamma ho perso l’aereo!. Quando il bambino colpiva uno dei maldestri ladri con un ferro da stiro erano scene di allegrissima isteria! Ancora oggi lui, ma moglie ed io non riusciamo a contenerci.

Il protagonista di questo secondo film era Maculay Culkin. Maculay Culkin è un giovane attore che da grande non ha fatto molto, tranne avere problemi di vario tipo, me che da ragazzo, dopo “Ho perso l’aereo”, ha fatto diversi film. In uno di questi, ha condiviso la scena con Donald Trump. Anzi, l’opposto, perché Trump – che interpretava sé stesso all’interno di un albergo – diceva solo un paio di parole. Sulla base di questa scena, però, l’attuale Presidente degli USA ha fatto parte dell’Actors’ Guild, il sindacato degli attori, che ha lasciato sbattendo la porta, e dicendo che non era degno di lui, quando Hollywood si è compattamente schierata contro le sue idee.

Non ci sono dubbi che avrebbe desiderato un Oscar, magari come attore protagonista. Il fatto che la sua apparizione fosse di pochi secondi (a parte la qualità della recitazione) è irrilevante: Nel 2017 Kellyanne Conway, una sua collaboratrice, stabilì quello che sarebbe stato un pilastro delle comunicazioni di Trump e sodali, cioè l’alternative truth.

Trump avrebbe anche desiderato una copertina di Time. Quando Greta Thunberg gli fu preferita, fece pubblicare sul suo account una falsa copertina, con la sua fotografia.

E parlando di fotografie, vestito da Papa era elegantissimo!

L’uomo è fatto così.

Punta quindi al Nobel, ovviamente per la Pace. Dubito che possa essere candidato per la Letteratura, avendo il vocabolario di un ragazzino, o per la Medicina, avendo consigliato alla popolazione americana di bere disinfettante.

Al Gore il Nobel lo ha avuto nel 2007, ed anche l’Oscar:  ben meritati entrambe.

Ad Obama lo hanno dato nel 2009, e non ha obiettivamente fatto granchè per meritarlo.

Anche The Donald lo vuole.

Peccato che i fatti non sembrino a suo favore:

  • ha bombardato l’Iran (giustamente, ma non completamente: sembra che un po' di Uranio ci sia ancora);
  • ha fallito nel fermare la guerra fra Russia ed Ukraina, che si diceva capace di stoppare in 24 ore, ed ora sembra pronto (speriamo) a ristorare il supporto a Kiev, sia pure addebitando il costo alla U.E. perché Putin gli ha fatto fare una brutta figura;
  • su Gaza, con Netanyahu non ha fatto una figura molto migliore: la guerra continua e l’impressione è che non sia Trump a guidare il premier israeliano, ma l’opposto. Netanyahu lo ha proposto per il Nobel per la pace, ma non credo che la Commissione veda una proposta da parte di Netanyahu come particolarmente positiva.

Però, qualche settimana fa, i Ministri degli Esteri di Ruanda e Congo hanno firmato la pace. A Washington, con mediazione del solito Qatar, che sembra aver fatto della mediazione in nome e per conto degli USA un’attività a tempo pieno. Magari per far dimenticare il supporto e l’ospitalità che dà ai terroristi.

Naturalmente uno dei due firmatari ha invocato ad alta voce il Nobel per Trump.

Una guerra chiusa è sempre una guerra chiusa. Dimensioni e continente sono irrilevanti. Confesso, però, e mi considero una persona bene informata, che non sapevo neanche che tale guerra fosse in corso, anche se sapevo che la due Nazioni non fossero propriamente “culo e camicia”.

Si tratta certo di nazioni dove le armi non restano in bella mostra sul camino, come nella campagna inglese. All’inizio degli anni ’60  fece grande rumore la secessione del Katanga dal Congo: il massacro dei nostri aviatori a Kindu,  l’intervento dei mercenari, poi quello dell’ONU. E’ uno dei miei primi ricordi “da adulto”.

Anche il Ruanda non ci scherza. Il genocidio dei Tutsi da parte degli Hutu è roba recente: Hotel Ruanda è uno dei film più angoscianti che abbia visto. Fra 500,000 ed 1 milione di morti in 100 giorni. Da 5,000 a 10,000 morti al giorno: fecero quasi scalpore come 100 morti al giorno a Gaza o 10 civili uccisi in Ukraina sotto i bombardamenti russi. Il rumore dei morti si attutisce rapidamente con la distanza e con lo scurirsi della pelle.

Incuriosito sono andato ad informarmi: non risulta esserci una guerra fra Congo (Repubblica Democratica del) e Ruanda. E se non c’è guerra dichiarata, anche la pace perde molto del suo mordente politico. Il realtà c’è una guerra, ma questa – come lo scontro Hutu/Tutsi o la secessione del Katanga, è una questione interna, fra le Forze Armate regolari congolesi ed un Gruppo paramilitare. Questo si chiama M23 e sembra che sia supportato dal Ruanda che però lo ha sempre negato.

La pace quindi è stata firmata fra Congo, impegnato in una sua lotta interna, ed un vicino con cui non è in guerra. Un’acrobazia diplomatica a triplo avvitamento.

Fra i partecipanti all’accordo manca chi, invece, partecipa attivamente alle ostilità: l’M23 non è stato parte delle negoziazioni, e si è dichiarato non legato da quanto firmato. Continuerà a combattere, ignorando l’accordo,

E’, per dirla in termini che perfino Trump comprenderebbe, come fare la pace a Gaza senza Hamas.

La ragione per cui scrivo oggi dell’argomento è che – finalmente – c’è un accordo anche fra Congo ed M23, ma questo senza negoziatori americani in vista.

Ed anche ammesso che Trump possa ascriversi una vittoria diplomatica, da pacificatore, in Africa, il danno che ha fatto a questo Continente cancellando gli aiuti USAid nel quadro dei tagli spese di Musk fa pendere la bilancia da lato negativo. Proprio oggi sono stati distrutti milioni di preservativi, già comprati e pagati da USAids, perché le direttive non consentivano di spedirle ai paesi africani cui erano destinati e dove avrebbero potuto fare tanto per il controllo dell’AIDS.

Per quanto riguarda la condanna del Sud Africa come Paese razzista perché perseguita i bianchi non lo so … non ho abbastanza informazioni.

L’Africa, come base per un Nobel, è bruciata. Le Americhe, con le minacce a Canada e Panama, sono bruciate. L’Europa, con l’ipotesi di annettere la Groenlandia, danese, anche con la forza … bruciata. L’ Asia … bruciata. Resta l’Oceania, e lì, in effetti, una cosa buona per la Pace l’ha fatta: gli elettori hanno trovato talmente ripugnante il Trumpsmo che hanno confermato al potere – contro ogni previsione – i Laburisti in Australia.

07-08-2025
Autore: Ranieri de Ferrante
Ranieri de Ferrante è un Fulbright Fellow, ed attualmente si occupa di Ambiente. Nel passato ha operato nella Farmaceutica, Consulenza (McKnsey), Informatica, Energia e Difesa, coprendo posizioni come Presidente, ABB, Central Eastern Europe e Co – CEO, Alenia Marconi Systems.
meridianoitalia.tv

Questo sito utilizza cookie tecnici, google analytics e di terze parti. Proseguendo nella navigazione accetti l’utilizzo dei cookie. Se rifiuterai, nel tuo pieno diritto secondo la norma GDRP, la tua navigazione continuerà all'esterno del sito, Buon Navigazione Meridianoitalia.tv