di Laura Caldara

E niente siamo alle solite. Ancora una volta i media coprono atteggiamenti poco vigili e per nulla attenti alle reali esigenze di un paese ormai da tempo in sofferenza. Non vedere o fare finta di non vedere le responsabilità politiche della situazione che stiamo vivendo, vuol dire fare propaganda e non sano giornalismo. Subdoli, sottili e scorretti tentativi di orientare il pensiero dei cittadini che a causa di scelte comunicative all’apparenza innocue, sono spinti a farsi un opinione che li confonde e nel peggiore degli scenari li fa entrare in una condizione di panico immotivata e paradossale.

Ma partiamo dal principio. Qualche giorno fa si legge questo titolo di telegiornale: “Bene pil e consumi, la pandemia ha messo in ginocchio settori come ristorazione (-27%) e alberghi (-35%).”

E’ palese, anche all’occhio meno attento, che si tratta di un’informazione che se da una parte porta nel caos i cittadini, dall’altra mascherano le negligenze di un Governo che utilizza la pandemia come strumento per scrollarsi di dosso ogni responsabilità.

Come sempre la comunicazione diventa un optional ma quando è lesiva è grave.

La pandemia non è la causa che ha messo in ginocchio il nostro paese in settori come alberghi e ristorazione ma è l’effetto. La pandemia ha semplicemente creato i presupposti e le condizioni affinché il Governo facesse scelte e prendesse decisioni.

Purtroppo, sono state proprio queste decisioni a creare problemi. Un’atteggiamento la cui perseveranza non può che portare a problemi ancora più gravi ed irreparabili.

Basta partire dalla descrizione di un paese a rischio. Condizioni che per l’intero apparato governativo è causa di obbligatorie, restrizioni imposte all’intero comparto turistico che non lasciano spazio a opzioni alternative di salvataggio. Decisioni che hanno portato, inevitabilmente, ad una diminuzione di turisti spaventando i cittadini. Una causa che ha creato quale effetto consequenziale, una crepa profonda sul fatturato di molte imprese.

Ma torniamo a noi. In Italia il Governo litiga sul bollettino mentre in Inghilterra aboliscono il Green pass. Ma guardate un pò: oltre la Manica, c’è qualcuno che inizia a prendere sagge decisioni, mentre noi siamo da giorni arrovellati sul bollettino di ricoveri e contagi, per poi decidere di non decidere.

In Gran Bretagna, invece, un inversione di rotta: il Governo decide con lungimiranza e cognizione di causa, che il Paese è entrato nella fase in cui dovrà convivere con consapevolezza e coraggio con questo virus dalle mille facce che prende il nome di Covid 19 pertanto annuncia: “goodbye Green pass”.

E indovinate un pò perchè e cosa ha spinto la terra di Sua Maestà la regina Elisabetta a mandare in soffitta questo orpello burocratico? Niente di più evidente: un bagno di realtà. I consiglieri scientifici dell’esecutivo hanno fatto ciò che andava fatto cioè: osservare che il vaccino, serve a poco e niente se l’obiettivo è ridurre il contagio da Omicron. Esattamente il contrario di quanto, con una nobile menzogna o se volete superficiale e colpevole presa per i fondelli, Mario Draghi l’estate scorsa presentando il nostro Green pass si pronunciò con queste testuali parole: “garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”.

Dunque vediamo un pò, in Gran Bretagna, si saluta al Green pass che in realtà altro non era che un documento con il quale i ragazzini potevano andare a ballare e che in Italia, invece, è il simbolo di decisioni illiberali, persecutorie non giustificate da alcuna evidenza scientificamente dimostrata neanche se il vero scopo della sua sconfinata estensione fosse quello di convincere i cittadini a vaccinarsi per salvare il paese come eroi di guerra.

“Ma no” potrebbe dire la stampa, “il Governo inglese è un irresponsabile”.

Ma poi cosa si scopre?: spunta che è irresponsabile anche il Governo spagnolo di Pedro Sanchez, che certo non si può dire essere un liberalconservatore, eppure ha annunciato un piano per trattare il Covid-19 come un’influenza, anzi, sembrerebbe persino essere intenzionata a promuovere questo approccio anche in sede europea.

Ecco pertanto, ad oggi, lo scenario: benché olandesi, tedeschi e austriaci sono state marchiate come le nazioni tra le più severe per aver introdotto una serie di misure draconiane tra le quali lockdown e obblighi vaccinali, udite udite, il Paese più estremista rimane il nostro. Penso sia arrivato il momento di farcela tutti una domanda.

24-01-2022
Autore: Laura Caldara
Avvocato esperto in leadership e comunicazione politica
meridianoitalia.tv

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