di Gianni Lattanzio

Nel maggio 2025, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato un piano pandemico globale vincolante, sostenuto da 124 Stati membri, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione internazionale nella prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie. Questo accordo rappresenta un passo cruciale per correggere le disuguaglianze emerse durante la pandemia di Covid-19, garantendo un accesso più equo a vaccini, terapie e strumenti diagnostici. Tuttavia, l’adozione del piano ha anche innescato importanti conseguenze geopolitiche, riflettendo le trasformazioni e le tensioni nel sistema globale della salute pubblica.

Il piano pandemico promuove una governance multilaterale più efficace, prevedendo la condivisione equa di risorse sanitarie e incentivando la produzione locale sostenibile. Pur affermando il rispetto della sovranità nazionale, l’accordo ha suscitato preoccupazioni in alcuni Paesi, come l’Italia, per possibili cessioni di autonomia decisionale a favore dell’OMS, soprattutto in situazioni di emergenza sanitaria.

Un elemento di grande impatto geopolitico è il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS, formalizzato nel 2025 dopo anni di tensioni politiche. Gli USA, storicamente il principale finanziatore dell’OMS con circa il 18% del bilancio, hanno lasciato un significativo vuoto finanziario stimato intorno ai 600 milioni di dollari per il 2025, con conseguenti tagli programmati del 21% nei programmi dell’agenzia. Questa assenza ha indebolito la capacità dell’OMS di mantenere programmi sanitari globali efficaci e ha accentuato la necessità di nuovi equilibri finanziari e politici.

In questo contesto, la Cina ha rafforzato il proprio ruolo nella governance sanitaria globale, annunciando un contributo aggiuntivo di 500 milioni di dollari all’OMS nei prossimi cinque anni, aumentando la sua quota di finanziamento dal 15% al 20%. Il vicepremier cinese Liu Guozhong ha sottolineato che questo impegno rappresenta una risposta all’unilateralismo e alle politiche di potere, promuovendo un multilateralismo più inclusivo e cooperativo. Questo posizionamento rende la Cina un attore chiave nella definizione delle strategie globali di prevenzione e risposta pandemica.

Parallelamente, l’Unione Europea si sta affermando come un attore strategico nella salute globale. La strategia globale dell’UE in materia di salute, approvata nel 2024, mira a rafforzare la sicurezza sanitaria mondiale fino al 2030, promuovendo un multilateralismo efficace e partenariati inclusivi, con l’OMS al centro della cooperazione internazionale. L’UE intende assumere un ruolo guida nel coordinamento delle risposte sanitarie globali, rafforzando i sistemi sanitari, promuovendo la copertura sanitaria universale e prevenendo le minacce pandemiche con un approccio integrato “One Health”.

Il Consiglio europeo ha inoltre sottolineato la necessità di una diplomazia sanitaria globale coerente e di un aumento dei finanziamenti collettivi per la salute, con un impegno a colmare le lacune esistenti nella governance globale. Pur rispettando la sovranità degli Stati membri in materia sanitaria, l’UE si propone come un ponte tra le diverse potenze mondiali, favorendo la cooperazione multilaterale e la complementarità delle azioni per garantire un accesso equo ai servizi e ai prodotti sanitari.

L’insieme di questi fattori – l’assenza degli Stati Uniti, l’aumento dell’influenza cinese e il ruolo strategico emergente dell’Unione Europea – sta ridefinendo la governance sanitaria globale. Gli Stati membri sono spinti a rafforzare le autonomie locali nella gestione delle crisi sanitarie, riducendo la dipendenza da finanziamenti esterni e potenziando le infrastrutture nazionali basate su dati e risorse proprie. Questo processo può favorire una distribuzione più equa delle risorse e una governance multilaterale più inclusiva, ma apre anche nuove sfide legate alla sovranità, alla trasparenza e alla competizione geopolitica.

L’adozione del piano pandemico globale dell’OMS rappresenta un progresso fondamentale verso un mondo più preparato e più equo nella gestione delle emergenze sanitarie. Tuttavia, la sua efficacia dipenderà dalla capacità degli Stati e delle organizzazioni regionali di conciliare la cooperazione internazionale con il rispetto delle autonomie nazionali. In questo nuovo scenario, l’Unione Europea si propone come un attore chiave per bilanciare le influenze globali, promuovendo un multilateralismo inclusivo e rafforzando la salute globale in un mondo segnato dall’assenza degli Stati Uniti e dall’ascesa della Cina.

26-05-2025
Autore: Gianni Lattanzio
Direttore editoriale di Meridianoitalia
meridianoitalia.tv

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