di Ranieri de Ferrante
Gli USA hanno bombardato i siti nucleari iraniani. Era più che prevedibile. Si tratta - almeno a mio giudizio - di una scelta giusta. E’ stata anche una scelta coraggiosa, da parte di Trump, che è andato contro la volontà di molti suoi sostenitori. Cosa l’azione USA comporterà nel breve non è chiaro, ma certo dobbiamo prepararci a serie turbolenze politiche ed economiche. Nel lungo periodo, però, i vantaggi sono indubbi rimuovendo un grave pericolo nucleare e probabilmente il Trumpismo dal futuro dell’America.
Venerdì, a cena, avevo detto a mia moglie “entro il weekend gli USA attaccano in Iran”. E’ successo: bombe americane sono cadute sui siti nucleari iraniani, a cominciare da Fordow, nella notte fra sabato e domenica. Questo non vuol dire che sono un genio: per chiunque avesse un minimo di sensibilità per ed attenzione all’argomento mancavano solo i manifesti per le strade … anche se molti dei Soloni in Televisione si mostrano sorpresi. Era invece un intervento necessario ed è stato eseguito in modo del tutto in linea con la natura mendace di Trump di dire una cosa e farne un’altra.
Ha costruito una carriera, come imprenditore e politico, sulla menzogna.
Ora ci saranno una serie di conseguenze. Esse sono molto meno facili da prevedere dell’intervento USA su Fordow. Non è una scelta fra si o no, ma di sfumature: reazione dell’Iran, attentati all’interno dell’Occidente, chiusura di Hormuz, aumento del prezzo del Petrolio? Cambi al vertice di Teheran, probabilmente in peggio? Cambio del livello di supporto da parte dell’Iran ad Hezbollah ed Hamas? Se diminuisce si rafforza Israele anche nel suo teatro confinante ed è un passo verso la pace. Se aumenta si inasprisce la guerra Israele/Iran via proxies.
In ogni caso Netanyahu esce ingigantito dalla vicenda, sia verso l’estero che verso la sua opposizione interna e potrebbe permettersi di allentare la stretta su Gaza. Da forti è più facile – e paga – mostrarsi clementi.
Comunque, oggi - riguardo allo stop al nucleare iraniano - si parla non più di ipotesi ma di un evento reale.
Il nucleare è parte della nostra vita da 75 anni, ma dopo Nagasaki è solo un elemento di deterrenza. Quando l’USS George Washington, primo sottomarino dotato di missili nucleari a lunga gittata (i Polaris) andò in disarmo nel 1985, l’Ammiraglio McKee dichiarò al Parlamento USA “Il Washington, in più di 20 anni di vita operativa, non ha mai lanciato un missile. Per chi è nel business della deterrenza questa è l’assoluta definizione di successo”.
Il nucleare in mano ad USA, UK o Francia, Israele, e perfino Russia ha questa funzione, ed i governi alla guida di questi paesi sono essenzialmente razionali (l’UK di più … la Russia di meno …). E non credo nessuno abbia veramente temuto che India e Pakistan cominciassero a scambiarsi bome atomiche per il Kashmir.
La bomba in mano alla Corea del Nord però è un pericolo, e la bomba in mano all’IRAN sarebbe una certezza.
Perché un paese che siede su enormi riserve petrolifere abbia bisogno dell’energia nucleare mi sembra una domanda legittima. Altrettanto giustificato è chiedersi perché, dal momento che la concentrazione raggiunta (60%) è molte volte superiore a quanto necessario per applicazioni civili, l’Iran intenda continuare ad arricchire.
Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato, ma di solito si indovina: spazzare via Fordow era necessario.
Temo che molti non condivideranno la mia opinione - specialmente quelli che “violenza no, pace sempre ed a tutti i costi …” – ed in particolare molti politici italiani si sono già espressi. Sono convinto che l’intervento del Presidente Trump sia stato giustificato, necessario e corretto. D’altra parte il Cancelliere tedesco Merz – meno ipocrita di tanti politici di casa nostra - aveva ammesso che Israele stava facendo il lavoro sporco del Mondo. Per completarlo servivano le Bunker Buster e gli USA hanno provveduto. L’azione USA è stata nella traccia della Politica estera degli USA di difesa della sicurezza mondiale e dell’Occidente, e questo sorprende, vista la storia di “the Donald”.
Una decisione giusta ed una realizzazione prudente: anche avvertire l’Iran (come si dice) del bombardamento in arrivo è stata una mossa saggia: l’Uranio arricchito è stato probabilmente spostato (bombardarlo avrebbe causato un fallout non banale, immagino), ma le apparecchiature necessarie per arricchirlo ulteriormente dal 60 al 90% necessario per uso militare sono state distrutte. Obiettivo raggiunto, quindi, senza causare un’altra Chernobyl: uno chef che abbia la carne ma non una cucina difficilmente realizzerà un Filetto alla Wellington …
Ora servirà molta saggezza nella gestione del “dopo Fordow”, e non mi sembra ce ne sia grande abbondanza fra le persone e le Nazioni coinvolte. Trump, Khameini e Netanyahu non sono modelli di moderazione e diplomazia, né lo sono i loro “cerchi magici”. La conseguenza è che, pur essendo la scelta fatta dal Presidente USA un importante passo verso la sicurezza, temo – banalmente - che il mondo debba mettersi la cintura di sicurezza in vista di un periodo di turbolenza politica ed economica.
C’è però un’altra conseguenza importante per l’Occidente, che va al di là del rischio nucleare e della turbolenza a breve: entrare in una guerra che può facilmente essere definita dai suoi oppositori come “non americana” è contraria alla piattaforma programmatica di Trump e gli alienerà una parte importante della sua base (Bannon & Co hanno già cominciato a protestare). Questo si aggiunge al ritardo nell’applicazione di molte delle sue promesse elettorali, e all’applicazione bestiale di altri, ad esempio i raids contro gli immigranti illegali e le conseguenti reazioni della società civile, per ridurre il supporto di cui Trump gode.
Certo, il Presidente ha quasi quattro anni per recuperare l’elettorato, ma probabilmente, autorizzando il raid su Fordow e gli altri siti, il Presidente ha firmato la rinuncia ad un terzo mandato, direttamente o attraverso i suoi delfini. Non mi meraviglia perciò che J.D. Vance (che non avrebbe mai la capacità di essere eletto “in proprio”, ma che potrebbe trovarsi alla Casa Bianca se trasportato dall’onda del consenso a Trump) si sia opposto tanto fermamente (così dicono le fonti di stampa … io non c’ero …) all’intervento sull’Iran: il suo viso, ancora più imbronciato del solito, durante la conferenza stampa di annuncio dell’attacco sembrava confermarlo.
L’unica strada che Trump potrebbe avere, per rilanciarsi politicamente, è nel conflitto con la magistratura, ma questo è un altro argomento.
Trump (odio dirlo …) ha fatto la scelta giusta e l’ha fatta con tempismo e coraggio politico. E’ una scelta che rimuove due minacce: il nucleare Iraniano, e la creazione di una “dinastia Trumpiana”, con conseguente definitiva uscita degli USA dal novero delle Nazioni Democratiche. Basterà avere quattro anni di pazienza.