di Rosa Musto

 Nel regno dei fiori e degli alberi c’è posto per tutti ed amore per tutti. A noi uomini e donne, popoli e razze, il sapere intendere il messaggio che la natura ci invia. C’è un equilibrio da ristabilire: guardiamo ai fiori. C’è un colloquio da riprendere: guardiamo agli alberi.

Giuseppe Vedovato 1969[1]

Quest’anno la Festa dell’Unione europea del 9 Maggio pone al centro dell’attenzione proposte e idee di cambiamento, attente più che mai allo sviluppo integrale della persona, nel suo rapporto con l’ambiente e finalizzate a sostenere una forte coesione sociale, trattando i temi della povertà, dell’ambiente e della pace.

L’evento inaugurale è La Conferenza sul futuro dell’Europa. Un impegno con i cittadini per la democrazia e la costruzione di un’Europa più resiliente[2], che presenta un programma innovativo, definito dal Comitato esecutivo della Conferenza, che sta operando nel rispetto dei principi regolamentati, e tutti finalizzati a offrire centralità al ruolo dei cittadini, seguendo un percorso di discussione sugli ambiti tematici prescelti, con la possibilità di aggiungerne altri, che possono emergere nel corso dei lavori. L’evento si svolge in differenti webinar, sulla piattaforma digitale, o in altre modalità, organizzati già durante la settimana che precede il 9 maggio, e tutti realizzati a livello regionale e nazionale, sempre sotto l’egida della stessa Conferenza.

Gli argomenti per la discussione riguardano soprattutto le emergenze di oggi, non solo per l’Europa, ma anche per il mondo intero, come ad esempio, il fenomeno della trasformazione digitale; la costruzione di un continente sano, raccogliendo le sfide ambientali; lo sviluppo di un’economia reale, garante del benessere sociale e della sostenibilità; l’impegno delle istituzioni e il rafforzamento dei processi democratici, con il rispetto dei valori di sussidiarietà, equità sociale e trasparenza, che governano l’Ue. Di questo sarebbero ben lieti i padri fondatori della nostra Europa. Difatti, le loro raccomandazioni hanno sempre evidenziato come la dimensione istituzionale europea dovesse essere sempre vicina ai bisogni dei cittadini, e impegnata nella difesa delle basi democratiche della società.

La partecipazione alla vita democratica rappresenta la stella polare della tradizione dei fondatori

europeisti, come De Gasperi, Schuman, Adenauer, Monnet, e consente ad ogni cittadino europeo di sentirsi protagonista nelle scelte da dover assumere, in vista dei cambiamenti e delle innovazioni che emergono col passare del tempo. Questo spirito, quello della difesa democratica della società europea, lo ritroviamo anche nella figura di un italiano, che è bene ricordare, Giuseppe Vedovato[3], intellettuale, accademico, giurista, iscritto all’Azione Cattolica, che fu un europeista convinto e attento alla formazione delle giovani generazioni a partire dagli anni’50 del secolo scorso. Ancora oggi, all’ingresso del palazzo del Consiglio d’Europa[4], Organizzazione intergovernativa, con sede a Strasburgo, si trova un suo busto, eretto quando era ancora in vita, per aver donato la sua biblioteca, denominata Tempio della Cultura dell’Europa Unita, in seguito trasferita, e resa disponibile alla fruizione, presso la Pontificia Università Gregoriana, a Roma. Il prof. Vedovato poneva massima importanza alla “costante tensione educativa “ e nel 2011, a 99anni, in un Convegno curato dalla Fondazione Europea Dragan, nel suo discorso anticipò molte delle questioni, che risultano oggi di grande attualità, da vero precursore dei tempi. La sua presenza di Presidente all’Assemblea del Consiglio d’Europa fu autorevole e il suo impegno riguardò molti dei temi / obiettivi che vengono presentati oggi alla Conferenza del 9 maggio 2021. Grazie al fatto che operava da tempo in quell’ampio Osservatorio sovranazionale, egli intravvide sin dall’inizio, l’importanza dello sviluppo equo e inclusivo, che occorreva realizzasse l’Unione europea, e della difesa costante della democrazia.

Vedovato approfondì anche il rapporto fra Europa e Stati Uniti, in una prospettiva di evoluzione continua e ampliando l’orizzonte, verso il consolidamento delle relazioni di cooperazione, intente ad attuare una strategia euro-mediterranea, mirata a conseguire assetti di pace, in aree segnate da conflitti politici e religiosi. Territori questi, che già allora generavano flussi migratori incontrollati, non regolamentati, che alimentavano preoccupazioni sia all’Italia che all’Europa. Giuseppe Vedovato trattò queste questioni di relazioni internazionali precorrendo i tempi, reclamando all’Europa un ruolo forte, per uscire dalle difficoltà presenti, e da quelle che si prospettavano nel futuro. Numerose le sue opere e i documenti agli atti a riguardo, e nel suo scritto Europa nel mondo, degli anni ’70, Vedovato approfondisce la riflessione sui rapporti Europa-Stati Uniti partendo dagli anni ’50. Negli anni ’80 e ’90, fu anche Presidente dell’Associazione Italia-USA, partecipò a diversi incontri bilaterali e multilaterali e tavole rotonde, svolgendo un ruolo di collegamento culturale, politico e scientifico dell’Italia e dell’Europa con il Congresso americano, tale da essere da esso riconosciuto valued friend.

Egli pose attenzione al richiamo dei mutamenti sociali, economici, tecnologici, che avvengono nel tempo, invitando poi ad affrontarli facendo leva sulle competenze che le giovani generazioni possono apportare per affrontare le sfide dei loro tempi, mettendo in atto “… quella dimensione di creatività, intesa sia come anticipatrice proposta del nuovo, sia come coraggiosa rivalutazione del passato…” Per poi affermare l’importanza dell’operare secondo “La naturale tendenza e la generosa propensione, non compromissoria,.. per il bene comune nella libertà, nella giustizia e nella pace, guardando avanti con serenità e fiducia verso gli orizzonti storici di una martiniana città  dell’uomo a misura d’uomo, per la quale vale la pena lottare”. Inoltre, riferendosi alla coesione sociale in Europa, Vedovato osservava come “ L’Unione deve esprimere ed attuare un nuovo modello programmatico europeo che traduca l’arte di vivere insieme nella pace sia interiore che esteriore, la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nel rispetto delle identità nazionali, regionali e comunali, nella tutela delle minoranze etniche e linguistiche…. Nel mondo di oggi, pieno di tensioni, il dialogo tra le culture e le civiltà, insieme alla cooperazione comune, potrebbero veramente fare dell’Europa un continente di intesa al servizio dell’umanità” [5]

Vedovato, riconosciuto, uomo dalla personalità poliedrica, offrì un apporto didattico e magistrale considerevole ai suoi numerosi studenti universitari, convinto che solo attraverso l’educazione, la cultura, la cooperazione culturale e il dialogo interculturale, può costruirsi un futuro unito dell’Europa, e renderla non più relegata nel mondo dei tecnicismi giuridici e politici e della dimensione del mercato economico-finanziario. Il suo invito è di consolidare lo spazio comune politico per l’Europa, specificando e proponendo come: “Il progetto di un’Europa unita non potrà arrivare sostanzialmente in porto se non si riesce a riguadagnare la fiducia dei nostri concittadini, specie in ambito giovanile, resistendo alla tendenza delle classi politiche e delle strutture statali ad allontanarsi da essi. La democrazia non deve  deteriorarsi in vuoti rituali anche se, ancorata a fondamenti solidi, essa ha bisogno di reinventarsi per rispondere alle domande e alle esigenze politiche dei cittadini”. E’ importante che l’Europa prenda coscienza più chiara, attraverso l’educazione, la cultura, la cooperazione culturale e il dialogo interculturale, di ciò che è conservato nella sua memoria collettiva di un passato lungo e tumultuoso.”

Nel presente, in tempo di pandemia e di recessione economica, le azioni che si stanno mettendo in campo seguono il suo invito a recuperare il dialogo con i cittadini, cioè quello di rendere reale la credibilità della politica in una dimensione democratica, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini, cioè l’intento della Conferenza sul futuro dell’Europa 2021.

 

[1]  Dalla relazione di Giuseppe Vedovato inaugurazione annuale 1969dei Rotary di Milano

[2] https://europa.eu/european-union/conference-future-europe_it

[3]  http://www.senato.it/leg/06/BGT/Schede/Attsen/00007004.htm

[4] https://www.camera.it/leg18/62?europa_estero=69

Organizzazione intergovernativa, il Consiglio d’Europa, che opera  in materia di protezione dei diritti umani, democrazia e stato di diritto (atto fondativo del1949), ha nelle sue finalità la protezione della identità culturale europea, basata su valori condivisi  che trascendono le diversità culturali in una dimensione di unità nella diversità

Il Consiglio d’Europa ha celebrato la Giornata dell’Europa2021 il 5 maggio in occasione del suo 72 anniversario, presentando lo spazio giuridico comune, creato adottando alti standard in materia di diritti umani,  comprendendo 47 Stati membri, (totale 830 milioni di persone) e ponendo attenzione anche agli effetti e alle sfide generati dalla continua e rapida evoluzione tecnologica, in materia di diritti umani, democrazia e di stato di diritto. 

https://www.coe.int/it/web/portal/-/europe-day-5-may-2021-72nd-anniversary-of-council-of-europe

[5] Da autori vari- di Giuseppe Vedovato atti del Convegno 2011 della Fondazione europea Dragan- edizioni Nagard Milano-

07-05-2021
Autore: Rosa Musto
Sociologa- Esperta di comunicazione e Informazione istituzionale Cultura, Istruzione e formazione
meridianoitalia.tv

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