di Gianni Lattanzio
Papa Francesco ha dedicato all’Europa una riflessione profonda e articolata, intrecciando richiami alle radici storiche e culturali del continente con esortazioni rivolte al futuro. Nei suoi discorsi e documenti, il Pontefice invita l’Europa a riscoprire la propria anima, a non temere la propria storia millenaria, e a rilanciare il progetto europeo come spazio di solidarietà, dignità e fraternità. Il suo magistero si è concentrato su temi chiave come la dignità della persona, l’accoglienza dei migranti, la crisi delle nuove generazioni e la necessità di una rinnovata passione civile.
Papa Francesco richiama spesso l’Europa a “ritrovare se stessa”, riprendendo le parole di San Giovanni Paolo II: “Europa, ritrova te stessa, sii te stessa”. Per Francesco, il contributo originale dell’Europa non risiede in una centralità politica o geografica, ma nella sua concezione dell’uomo e della realtà, nella capacità di intraprendenza e nella solidarietà operosa. Le radici europee affondano nel pensiero greco, nel diritto romano e nella tradizione giudeo-cristiana, che hanno dato vita a un patrimonio unico di fede, arte e cultura.
“Non avere paura della tua storia millenaria che è una finestra sul futuro più che sul passato. Non avere paura del tuo bisogno di verità, di giustizia, di eternità”.
Al centro della visione di Papa Francesco c’è la dignità trascendente della persona. Nel suo storico discorso al Parlamento Europeo, nel 2014, Francesco ha sottolineato che la dignità è stata il fondamento della ricostruzione europea dopo la Seconda guerra mondiale e che la promozione dei diritti umani deve rimanere il cardine dell’azione europea, sia all’interno che nei rapporti con il resto del mondo.
“L’Europa sarà in grado di affrontare i problemi legati all’immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale”.
Papa Francesco insiste che la persona non deve essere ridotta a semplice ingranaggio economico o oggetto di scambio, ma va riconosciuta nella sua piena dignità e unicità.
Un tema ricorrente nel magistero del Pontefice venuto dall’America Latina è quello delle migrazioni. Il Papa denuncia con forza la trasformazione del Mediterraneo da culla di civiltà a “grande cimitero” e insiste sulla necessità di politiche che restituiscano speranza e dignità alle persone, permettendo loro di scegliere se emigrare o restare. L’accoglienza è una sfida che investe direttamente l’identità europea: solo una società aperta e solidale può affrontare con successo le crisi migratorie e le tensioni sociali.
“Il Mediterraneo deve essere un messaggio di speranza. Questa speranza deve concretizzarsi in azioni a lungo, medio e breve termine, perché le persone, in piena dignità, possano scegliere di emigrare o di non emigrare”.
Papa Francesco avverte che l’Europa rischia di perdere slancio e speranza, soprattutto tra le nuove generazioni, spesso chiuse nel privato e preoccupate dalla precarietà. Invita a riscoprire passione ed entusiasmo, a “ossigenare l’anima e lo spirito”, per trasformare la crisi in opportunità e affrontarla in modo positivo. Solo una società capace di trasmettere fiducia e orizzonti aperti potrà accogliere e integrare altri popoli.
Nel suo “sogno europeo”, Papa Francesco immagina un continente che sia “amico della persona e delle persone”, una famiglia e una comunità solidale e generosa, una terra aperta alla trascendenza e rispettosa della libertà religiosa. L’unità europea, secondo il Papa, non significa uniformità, ma capacità di lavorare insieme nella diversità, per costruire pace e comunione tra i popoli.
“L’unità è superiore al conflitto e la solidarietà può essere uno stile di costruzione della storia”.
Papa Francesco invita l’Europa a non vivere di nostalgie, ma a riscoprire i propri ideali come risorsa per il futuro. La memoria, infatti, non deve essere un “album dei ricordi”, ma una fonte di ispirazione per generare nuovi dinamismi sociali e culturali. I cristiani, in particolare, sono chiamati a essere “lievito nella pasta”, animando processi di rinnovamento e offrendo il proprio contributo in tutti gli ambiti della vita pubblica.
Nel discorso di conferimento del Premio Carlo Magno, Papa Francesco ha auspicato “uno slancio nuovo e coraggioso” per l’Europa, capace di rialzarsi dalle crisi grazie alla creatività e all’ingegno che le sono propri. Ha ricordato che l’Unione Europea è nata dalla libera scelta dei popoli di costruire insieme il bene comune, rinunciando per sempre a fronteggiarsi. Oggi, di fronte a nuove sfide – dalla pandemia alle tensioni geopolitiche, dalle disuguaglianze sociali ai cambiamenti climatici – il Papa invita a riscoprire la strada della fraternità e della solidarietà.
La visione di Papa Francesco sull’Europa è quella di un continente chiamato a rinnovarsi senza rinnegare le proprie radici, a essere laboratorio di pace, dignità e solidarietà, e a offrire al mondo un modello di convivenza fondata sulla persona e sulla fraternità. Solo così, secondo il Pontefice, l’Europa potrà affrontare le sfide del presente e continuare a essere un punto di riferimento per l’umanità intera.