di Alessia Amitrano,
La questione del c.d. “Cimitero dei feti” si alimenta successivamente alla denuncia di una donna che, mesi dopo aver subito un aborto, è venuta a conoscenza dell’esistenza di una tomba recante il suo nome inciso su una croce bianca. All’interno di questa tomba era stato sepolto a sua insaputa il corpo del feto non nato. A seguito di tale denuncia, molte altre donne hanno scoperto di essere nella medesima situazione ed è emersa una prassi evidentemente utilizzata da molto tempo.
La prima domanda che sorge dopo essere venuti a conoscenza di tale avvenimento è: come è potuto accadere? Ci si chiede infatti come sia possibile che sia stato utilizzato il nome della madre sulla tomba, in palese violazione della sua privacy, come mai il feto sia stato sepolto a sua insaputa e ancora, quale impatto psicologico possa averle creato tale scoperta. Il tema dell’aborto volontario è sempre stato particolarmente dibattuto da un punto di vista etico e morale: si tratta di una scelta personale, molto spesso difficile e sofferta. In questo ambito, il diritto all’autodeterminazione dell’individuo, della donna in questo caso, è centrale perché assicura la possibilità di poter scegliere del proprio corpo e del proprio futuro. Il dibattito sull’aborto nasce in relazione alla possibilità che un individuo abbia diritto di scelta per conto di un altro “potenziale” individuo, ponendo un contrasto con il diritto alla vita del nascituro, pure affermato dalla giurisprudenza ma non ritenuto prevalente rispetto al diritto alla salute della donna.
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Gruppo di Lavoro Salute e Sanità Comitato Scientifico della Fondazione culturale Democrazia Cristiana ex F.Sullo
Questa pandemia ha costretto tutti a rivedere i bisogni di salute della popolazione italiana, in senso inclusivo, e a rileggere le ultime considerazioni sulla salute pubblica per ricercare, o meglio ritrovare, quella definizione del “bisogno di salute” dalla quale si era partiti per disegnare una riforma del modello sanitario del Paese che collochi al centro l’uomo. La nostra riflessione sul sistema salute e sui bisogni parte dall’analisi dell’attuale modello sanitario che prevede una serie di relazioni e di ruoli fra gli attori stessi in una cornice delineata da organi centrali e soggetti economici in cui il paziente riveste un ruolo fondamentale: è lui che richiede una prestazione sanitaria ed è sul suo soddisfacimento che devono valutare i pilastri del sistema sanitario.
Ora è vero che è il paziente il centro del sistema, ma noi vorremmo pensare che il sistema mettesse al centro un uomo non un paziente con già necessità di cura, bensì un uomo con necessità di salute, ed è tutto in questo il nuovo paradigma in cui si sostanzia la rivoluzione del sistema salute al quale dedichiamo questa riflessione.
BISOGNI DI SALUTE. IL NUOVO PARADIGMA DEL SISTEMA SANITARIO. UNA RIFLESSIONE
di Davide Pacini
The severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) spread rapidly from China to the other Countries worldwide and on the March 11th 2020 the WHO declared the so-called COVID-19 a pandemic. In Italy, first cases of COVID-19 occurred at the end of January and on 24th of May there were a total of 229,858 infected patients with 32,785 deaths (about 14,2% of the total)representing the third Country for the number of infections, after USA and Spain.
Come trasformare la medicina in salute di precisione
di Antonella Santuccione Chadha
Le donne sono in minoranza se si contano quanti si ammalano di COVID-19, ma sono in maggioranza se si considera la forza lavoro che combatte a livello globale contro la pandemia. Il dato è molto importante, ma non per una questione di statistiche. La differenza tra l'universo femminile e quello maschile in relazione a questa pandemia rappresenta un'occasione preziosa per mettere a fuoco l'importanza di studiare e capire tale differenza in rapporto a tantissimi altri ambiti della medicina e della scienza. E' fondamentale, però, ragionare sia in termini di sesso che di genere.
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di Annalaura Giannelli
Nella serrata sequenza di decreti legge volti a fronteggiare la crisi sanitaria anche il tema delle procedure di autorizzazione relative alle sperimentazioni cliniche è stato oggetto di attenzione. Le norme pertinenti consistono nell’art. 17 del d.l. n. 18/2020 e nell’art. 40 del d.l. n. 23/2020, che si sono susseguiti ad un ritmo così serrato da far sì che il testo più recente abbia sostituito un d.l. non convertito.
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