di Ranieri de Ferrante

Capita sempre più spesso che leader politici considerino la maggioranza ottenuta nelle urne come un mandato senza limiti, che giustifica anche comportamenti scorretti, se non addirittura illegali. E’ palesemente una interpretazione del processo Democratico che fa male alla Democrazia stessa. Ma non è questo il vero paradosso ... che ci (ri)porta ai nostri primi antenati …

La Democrazia ateniese è generalmente considerata la base dalla quale si è sviluppata la Democrazia moderna. Questo è vero, ma solo nella misura in cui i primi ominidi sono la base da cui si è sviluppato l’essere umano odierno.

Mi spiego: ad Atene il termine “Democrazia” era da intendere come “Potere del Popolo”, definito nel senso più stretto, diretto e letterale possibile. Socrate fu condannato a morte – in buona sostanza - non perché avesse violato delle Leggi, ma semplicemente perché quello che faceva e diceva non piaceva al Popolo.

Socrate fu condannato, quindi, perché la maggioranza del Popolo non era d’accordo con lui.

La Democrazia moderna è una cosa diversa dagli ostraka greci: è fatta di Leggi, di rappresentatività, di libertà di espressione, di bilanciamento ed indipendenza dei Poteri.

Da un po' di tempo è abbastanza frequente che leader politici, quando vengono condannati dalla Magistratura, reagiscano dicendo che tali sentenze vanno contro la volontà degli elettori, cioè del Popolo sovrano. L’ultimo episodio è la reazione di Marine Le Pen alla sentenza per appropriazione indebita ed addirittura  Trump non solo grida alla caccia alle streghe riguardo ai suoi processi (e potrebbe anche avere un modicum di ragione, dal momento che è stato eletto già pregiudicato), ma arriva al punto di chiedersi se, avendo vinto le lezioni, sia suo dovere rispettare la Costituzione.

In altre parole, come Socrate fu condannato perchè non piaceva al Popolo, questi leader ritengono di dover essere considerati innocenti, o al di sopra delle Regole, in quanto piacciono al Popolo. La loro teoria è che, dal momento che hanno ricevuto un mandato dagli elettori,  condannarli o in generale porre dei limiti alle loro decisioni è un’azione contraria alla volontà del Popolo Sovrano, e quindi un atto illegittimo. Addirittura il perseguirli come qualsiasi altro cittadino viene percepito da loro e dai loro accoliti come azione politica ed eversiva da parte dei Giudici.

Sono due facce della stessa moneta. Anzi, è come se il rapporto fra Giustizia e Democrazia, partito da una faccia della moneta fosse tornato, dopo un cerchio completo, all’altra faccia della stessa moneta. La prima faccia, però, era non solo comprensibile ma moderna ed innovativa nell’Atene degli albori della Storia, la seconda, nel XXI secolo, suona ipocrita, populista e falsa.

Partendo dal mio postulato di partenza (che la Democrazia ateniese sta a quella moderna come l’ominide sta all’essere umano), questo vedere oggi la giustizia in modo simile a quello in cui la vedevano gli Ateniesi sarebbe equivalente ad un regredire da essere umano ad ominide.

Sarebbe facile dire che avere degli ominidi al posto di alcuni dei politici che ci guidano sarebbe un miglioramento … ma in realtà questo attacco alla giustizia si combina con la violenza verso la libera informazione e la cultura, verso la socialità ed il rispetto umano.

C’è il rischio che tutto questo ci faccia tornare ad una Società che – pur se tecnicamente avanzata - sia più simile a quello degli ominidi che non a quello che abbiamo diritto di volere: un mondo dominato non dalla ragione ma dalla forza, un mondo in cui i comportamenti siano guidati da quegli istinti (primo fra tutti il respingere chi è “diverso” per provenienza, natura o abitudini) che millenni di storia, educazione e sviluppo ci hanno insegnato a ignorare, controllare, filtrare.

18-05-2025
Autore: Ranieri de Ferrante
Ranieri de Ferrante è un Fulbright Fellow, ed attualmente si occupa di Ambiente. Nel passato ha operato nella Farmaceutica, Consulenza (McKnsey), Informatica, Energia e Difesa, coprendo posizioni come Presidente, ABB, Central Eastern Europe e Co – CEO, Alenia Marconi Systems.
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