di Gianni Lattanzio

Il 20 maggio 2025, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il decreto sulla cittadinanza, segnando un cambiamento significativo nella legislazione italiana. Con 137 voti favorevoli, 83 contrari e 2 astenuti, il provvedimento introduce modifiche rilevanti alle norme esistenti, suscitando un ampio dibattito.

Una delle novità più importanti è la limitazione nella trasmissione della cittadinanza per nascita, conosciuta come jure sanguinis. La nuova legge stabilisce che la cittadinanza italiana non si trasmette automaticamente ai nati all’estero che possiedono un’altra cittadinanza. Inoltre, il riconoscimento della cittadinanza non sarà concesso nemmeno ai nati all'estero prima dell'entrata in vigore della legge, a meno che non si soddisfino specifiche condizioni.

Per ottenere il riconoscimento della cittadinanza, i nati all’estero avrebbero dovuto presentare domanda entro il 27 marzo 2025.
Inoltre potranno ottenere il riconoscimento anche coloro che hanno ricevuto la comunicazione dell'appuntamento dagli uffici preposti per la consegna della documentazione se dimostrano un legame effettivo con l'Italia. Questo legame può derivare dal fatto che un genitore o adottante sia nato in Italia o abbia risieduto nel paese per almeno due anni prima della nascita del figlio. E' prevista anche la possibilità di riconoscimento se un ascendente di primo grado, cittadino italiano, è nato in Italia.

La legge introduce anche disposizioni per i minori stranieri o apolidi, discendenti di cittadini italiani. Questi minori possono diventare cittadini italiani se i genitori dichiarano formalmente la loro volontà di acquisire tale status. È necessario che il minore risieda legalmente in Italia per almeno due anni, oppure che la dichiarazione sia presentata entro un anno dalla nascita o dalla conferma della filiazione con un cittadino italiano.

Un'altra misura significativa riguarda il riacquisto della cittadinanza per coloro che l'hanno persa. Chi è nato in Italia o vi ha risieduto per almeno due anni avrà la possibilità di riacquistare la cittadinanza tra il 1° luglio 2025 e il 31 dicembre 2027, previa presentazione di una dichiarazione. Per i figli minori di chi acquista o riacquista la cittadinanza, è previsto un requisito di residenza continuativa in Italia di almeno due anni, se conviventi con il genitore.

Tuttavia, questa riforma ha sollevato preoccupazioni, in particolare tra le forze politiche come il Partito Democratico. I rappresentanti del PD hanno espresso timori riguardo all'impatto della nuova legge sulla comunità italiana all'estero. Essi sottolineano che le restrizioni alla cittadinanza potrebbero creare barriere per le famiglie di origine italiana, limitando l'accesso alla cittadinanza per i discendenti di italiani che vivono all'estero. Questo potrebbe avere effetti negativi sulla coesione della comunità italiana globale, riducendo il legame affettivo e culturale tra gli italiani all'estero e il loro paese d'origine.

Il governo, dal canto suo, ha cercato di rassicurare l'opinione pubblica, affermando che le nuove misure sono progettate per rafforzare il legame effettivo con l'Italia, in linea con le legislazioni di altri paesi europei. Tuttavia, il dibattito continua, con molte voci che richiedono un'ulteriore riflessione su come bilanciare la necessità di regole più rigorose con il diritto di appartenenza di milioni di italiani nel mondo.

Questa legge rappresenta, quindi, un passo importante nella definizione dell'identità nazionale italiana in un contesto globale complesso. Con il suo focus su un legame concreto con il territorio, la nuova normativa segna una svolta significativa nella regolamentazione della cittadinanza in Italia, ma lascia aperte interrogativi e preoccupazioni sul futuro della comunità italiana all'estero anche a causa dell’introduzione della cittadinanza esclusiva affinchè si possa trasmettere ai figli.

21-05-2025
Autore: Gianni Lattanzio
Direttore editoriale di Meridianoitalia
meridianoitalia.tv

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