di Emanuele Mariani
In principio fu Dante Alimenti: ecco, se mi chiedono chi sia stato il primo “vaticanista” della storia, almeno per la televisione in Italia, la mia mente non può che correre a questa grande figura di giornalista, il primo designato dal direttore del TG 1 della Rai Tv, Franco Colombo, nel 1980, a commentare i fatti e le vicende legate al Vaticano, incarico che portò avanti fino alla sua morte avvenuta nel 1988.
Già nel 1974, Alimenti aveva intervistato per la prima volta Karol Wojtila, che diventerà Pontefice quattro anni dopo.
La sua carriera si era, inizialmente, incentrata sul racconto di fatti di cronaca laica ed in particolare, delle elezioni politiche del 1976, della prima grande diretta dal teatro della Scala, delle elezioni americane e di quelle del nostro Presidente della Repubblica e di tragici fatti come, in particolare, nel 1978, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro. Spesso alternandosi, nella narrazione di queste vicende, che toccarono anche aspetti religiosi e inerenti più propriamente il Vaticano, con altri grandi giornalisti del TG 1, come Paolo Frajese, Massimo Valentini, Leonardo Valente e Bruno Vespa, allora, tutti diretti da un maestro del giornalismo di ispirazione cattolica, Emilio Rossi che, quando il 2 giugno 1977 venne colpito alle gambe dai brigatisti, fu soccorso proprio da Alimenti, tra i primi a prodigarsi per aiutarlo.
In seguito, dopo aver commentato i due Conclavi ravvicinati del 1978, cominciò ad orientarsi verso l'informazione vaticana. Collaborò inoltre con L'Osservatore Romano e altre pubblicazioni cattoliche. In questa veste, ha seguito i papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I nel suo breve pontificato e, per undici anni, Giovanni Paolo II in tutti i suoi viaggi apostolici.
Questo articolo, insomma, vuole essere anche un ricordo ed un ringraziamento a coloro i quali si sono distinti nel raccontare i Papi e le attività della Chiesa, ad ampio spettro, anche quelli che il titolo di “vaticanista” se lo sono guadagnato sul campo, specie in questi ultimi tempi, quando siamo stati inondati dai media di tutto il mondo della narrazione della morte di Papa Francesco, del Conclave e dell’elezione di Papa Leone XIV. Mai come in questi giorni, il Vaticano è stato sotto i riflettori dopo aver atteso di veder comparire dalla loggia della basilica vaticana, il nuovo Papa, il successore di Pietro.
Ma alla fine, dunque, chi è davvero il “vaticanista”?
E’ l’esperto dei fatti riguardanti la Chiesa nel suo complesso, quel giornalista accademico e commentatore la cui area di competenza è lo studio e la comprensione del modo di operare della Santa Sede e della Chiesa Cattolica romana. La sua formazione è preziosa e la sua penna impegnata a raccontare le cronache e i retroscena del prima e dopo il Conclave e di tutte le vicende ecclesiastiche.
La definizione di vaticanista nasce con la diffusione della stampa e dei diversi modi di divulgazione della notizia, nella prima metà del XX Secolo.
Si tratta di una figura professionale specialistica, presente presso varie testate giornalistiche, sia laiche sia religiose. I vaticanisti hanno una conoscenza approfondita della storia, delle dottrine e delle dinamiche della Chiesa cattolica e sono dotati di abilità comunicative in grado di trasmettere informazioni complesse in modo chiaro, accessibile ed autorevole, essendo particolarmente esperti nella loro area di competenza.
È dunque un giornalista che si occupa di fatti vaticani e di informazione religiosa. La sua specialità è la Chiesa cattolica romana e la Santa Sede. La maggior parte dei professionisti che svolgono questo lavoro ha almeno una laurea, è più agevolato chi ha un passato di studi classici alle spalle (e magari conosce molto bene il latino) o è laureato in teologia.
Molti vaticanisti sono uomini e l’età media è di circa 50 anni, ma negli ultimi tempi molte sono anche le donne che cominciano ad essere sempre più presenti in questo ruolo. In Italia e soprattutto nei media stranieri si ritrovano tante grandi professioniste e tra tutte, ricordiamo la messicana: Valentina Alazraki, decana dei professionisti della comunicazione vaticana.
Provengono da tutto il mondo: Stati Uniti, Giappone, Messico, ma a prevalere sono gli europei, italiani in testa. Il ruolo del vaticanista è cambiato parecchio dall’inizio del ‘900, quando i giornali potevano solo attendere le poche notizie ‘vistate’ e poi divulgate da una persona interna al Vaticano. Poi, nel 1930, con la morte di Papa Pio XI, le porte della Santa sede si aprirono anche ai giornalisti esterni.
La vera rivoluzione arrivò con il Concilio Vaticano II, esattamente nel 1963 quando Papa Paolo VI istituì il Comitato per la Stampa. Nel frattempo, qualcosa era cambiato. Era il vaticanista stesso che non voleva più essere relegato al ruolo statico di giornalista limitato a raccontare la cronaca, bensì voleva svolgere il suo lavori “fuori”, seguendo gli avvenimenti della Santa Sede, e girando il mondo durante i viaggi di visita del Papa.
Il numero dei vaticanisti, dagli anni ’70, è più che raddoppiato. Oggi in tutto il mondo sono circa 500. Ogni testata giornalistica, non solo religiosa ma anche laica, ne ha almeno uno. Molti di più se si considerano quelli che richiedono un accredito temporaneo in occasione di eventi particolari. Si pensi che nell’ultimo Conclave, gli accrediti dei giornalisti sono stati oltre 5.000.
Noti vaticanisti delle agenzie, della carta stampata, della radio e della televisione, web on line, new media , anche del passato, in Italia.
Per le agenzie di stampa, tra le vaticaniste più celebri si ricorda in particolare Giovanna Chirri dell’Ansa, la prima che diede la notizia delle dimissioni di Ratzinger al Concistoro dell’11 febbraio 2013, che lesse e tradusse, in modo simultaneo ed immediato, il testo letto dal Papa in latino e ciò grazie ai suoi studi classici, che come accennato risulta essere una dote fondamentale per ogni vaticanista esperto della materia ecclesiastica e che le valse uno “scoop” mondiale.
La Chirri inoltre è da considerare l’erede di un altro grande vaticanista, sempre dell’Ansa, quale Federico Mandillo, scomparso nel 2003.
In tema di agenzie di stampa, va ricordato che l’allora direttore dell'Adnkronos, Gian Marco Chiocci, fece la prima intervista rilasciata da Papa Francesco, il 30 ottobre 2020, ad un'agenzia di stampa italiana, poi replicata in un’altra intervista televisiva, quando Chiocci passò alla guida del Tg1, che andò in onda il primo novembre 2023.
Per la televisione, possiamo citare i vaticanisti che si sono alternati al TG 1, TG 2 e TG 3 della Rai TV, dopo Dante Alimenti: Giuseppe De Carli, Fabio Zavattaro, Ugo D’Ascia, Lucio Brunelli, Aldo Maria Valli, Sergio Criscuoli e Raffaele Fichera e lo stesso Bruno Vespa per i suoi speciali degli ultimi trent’anni nella celebre trasmissione “Porta a Porta”, quale narrazione ed approfondimento di tutti gli avvenimenti legati al Vaticano ed alla Chiesa nel mondo.
Altro grande conoscitore di tematiche religiose e vaticane, scomparso nel 2020, è stato Angelo Sferrazza, già vicedirettore di Rai Teche ed esperto di Storia della comunicazione televisiva, vicepresidente e segretario nazionale dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana.
Decano dei vaticanisti Rai, Raffaele Luise, ha lavorato come inviato speciale per più di trent’anni, seguendo in Italia e nel mondo i pontificati di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI e i primi anni di quello di Francesco. È stato anche inviato di guerra, sui fronti più drammatici del mondo, tra fine del ‘900 e primi anni del 2000.
Per il gruppo Mediaset, si è affermato come esperto vaticanista, Fabio Marchese Ragona, che, nel marzo 2024, ha scritto con Papa Francesco, la prima autobiografia del Pontefice, “Life - la mia storia nella storia”, pubblicata in contemporanea in 21 Paesi del mondo.
Per la carta stampata e media web on line, ricordiamo, tra i tanti, Benny Lai, Domenico Agasso senior, che è stato capostipite di una famiglia di giornalisti e saggisti (dal figlio Renzo al nipote vaticanista Domenico Agasso junior), Gianfranco Zizola, Gian Franco Svidercoschi, Francesco Peloso, Luca Attanasio, Carlo Marroni, vaticanista de Il Sole 24 ore, Gianni Valente, Stefania Falasca, Piero Schiavazzi ed Andrea Gagliarducci, vaticanista dell’Aci Stampa, insieme al direttore editoriale dell’agenzia, Angela Ambrogetti ed altri redattori specializzati (Marco Mancini, Veronica Giacometti e Giulio Capece).
Per la Repubblica, Luigi Accattoli è stato vaticanista del giornale, dalla fondazione, nel 1976, al 1981; poi quel ruolo è stato di Domenico Del Rio (morto nel 2003), di Marco Politi (dal 1993 al 2009), di Marco Ansaldo e di Paolo Rodari (dal 2013) ed ora il testimone è passato a Iacopo Scaramuzzi.
Tra i vaticanisti della carta stampata e noti scrittori di materie religiose, ricordiamo ancora, Eric Frattini, Saverio Gaeta, Giacomo Galeazzi e Franca Giansoldati che, a Il Messaggero di Roma, ha preso il testimone dello storico vaticanista del quotidiano romano, Orazio Petrosillo, scomparso nel 2007.
Si possono indicare anche Marco Tosatti, vaticanista senior de La Stampa, Sandro Magister, che ha un suo blog sul sito de L’Espresso, Antonio Socci e Gianni Gennari, che cura una rubrica su Avvenire, il quotidiano dei Vescovi italiani, dove tanti giornalisti si sono formati e specializzati nel narrare non solo i fatti della Chiesa, ma anche le tante vicende italiane ed internazionali. Inoltre, si ricorda Vittorio Messori, considerato uno dei principali autori cattolici italiani che ha collaborato con La Stampa, Corriere della Sera e lo stesso Avvenire.
Non possiamo certo tralasciare i tanti giornalisti dei media cattolici da Tv 2000 a Famiglia Cristiana, tra cui ricordiamo per la prima, Maurizio Di Schino, Fabio Bolzetta e Gennaro Ferrara e per la seconda, la vaticanista e scrittrice, Anna Chiara Valle, solo per citare alcuni tra i più significativi.
Non possiamo dimenticare, certo, tra i professionisti ed addetti ai lavori del settore, Andrea Tornielli, già vaticanista de Il Giornale e de La Stampa ed ora direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, retto da Paolo Ruffini, che ne è il Prefetto, con il direttore de L’Osservatore Romano, Andrea Monda ed il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni e Massimiliano Menichetti, direttore della Radio Vaticana – Vatican News e vice-direttore editoriale dei media vaticani.
Ancora per la Radio Vaticana, come non ricordare, tra tutte, le voci di Benedetto Nardacci ed Orazio Coclite, colonne sonore di tante Vie Crucis e funzioni religiose e non solo, anche per trasmissioni della Rai TV.
Sempre per la radio, i vaticanisti della fine degli anni ‘60 e ’70, come Gregorio Donato (GR 1 Rai), indimenticabile collega di straordinaria cultura e umanità, lo stesso direttore del GR 2 Rai, Gustavo Selva e Giuseppe Tabasso (GR 3 Rai) ed in tempi più recenti, Riccardo Cristiano.
A questi grandi, anche del passato, seguono gli attuali vaticanisti Rai Tv, Ignazio Ingrao (con i contributi storici di Mario Prignano ed i collegamenti in diretta di Roberta Ferrari, Giuseppe La Venia e Leonardo Zellino) per il TG 1, Enzo Romeo (con i servizi a supporto di Stefania Zane e Silvia Squizzato) per il Tg 2 e Vania De Luca per il Tg 3 (con i commenti liturgici di Don Filippo Di Giacomo ed i contributi firmati da Andrea Rustichelli), senza tralasciare Isabella Di Chio e Rosario Carello della TG R Lazio, da sempre impegnati, su tematiche religiose, al seguito dei Pontefici, per la testata regionale e per Rai Vaticano, struttura specifica, anche in attuale chiave giubilare, diretta da Stefano Ziantoni; da ultimo il giovane Lorenzo Brancati di Tag 24 by Unicusano.
A tutti loro auguriamo buon lavoro nel raccontare la Chiesa e le vicende vaticane ed un sentito ringraziamento per la copertura informativa di questi mesi, risultati fortemente impegnativi anche per i giornalisti di tutte le varie testate specializzate, web on line e new media.