di Annita Sciacovelli
A tre settimane dall'inizio del conflitto armato tra Russia e Ucraina sono sempre più incisivi e intensi gli attacchi informatici, tanto da portare gli analisti a configurare un nuovo e complesso tipo di guerra che vede i combattenti in prima linea sia con le armi convenzionali sia con i computer.
Di certo è la prima guerra che sta coinvolgendo il cyber spazio, che è il quinto dominio operativo militare, e nel quale i russi stanno implementando la c.d. ‘dottrina Gerasimov’, dal nome del Generale (capo di stato maggiore delle forze armate russe) che l’ha elaborata. È una strategia di ‘guerra ibrida’ in cui si combinano gli attacchi militari, tecnologici, diplomatici, economici e di informazione per raggiungere obiettivi militari strategici. Attualmente, vengono attuate operazioni cyber offensive e operazioni c.d. di influenza per demoralizzare e confondere il popolo ucraino e gli avversari occidentali.

Dal canto suo, anche la linea difensiva del governo ucraino si avvale del cyberspazio che ha pubblicato un elenco di obiettivi informatici di siti di enti governativi russi e ha invitato gli hackers da tutto il mondo a costituire un 'esercito informatico', la ‘IT Army’, con il placet del centro NATO di Tallinn. Pare che vi abbiamo aderito 300.000 persone, senza escludere la presenza di hacker russi.

Oltre ai volontari, anche alcune società e organizzazioni pubbliche americane impegnate nella sicurezza informatica, come la Cyber Security and Infrastructure Agency (CISA) e l'FBI, stanno mettendo a disposizione del Governo ucraino la loro cyber intelligence per rispondere agli attacchi delle hacker-gang russe. Infatti, è notizia di qualche settimana la chiusura del sito web ufficiale del Cremlino e di alcuni account Twitter a seguito di attacchi cyber da parte di hacker di Anonymous, che hanno annunciato di avere piani di attacco contro la Russia.
Allo stesso tempo, il gruppo di hacker russo, Conti, ha dichiarato il suo 'pieno sostegno' al governo di Putin in risposta alle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali, tra cui l’Italia.
Infatti, l’allarme lanciato la scorsa settimana dall’Agenzia nazionale per la cybersicurezza chiarisce il rischio di attacchi di hacking ed esorta le aziende a eseguire i backup dei dati e a predisporre piani di continuità informatica aziendale. In particolare, sono state messe in guardia le aziende sanitarie impegnate nella fornitura di aiuti umanitari all’Ucraina, specie quelle di Piemonte e Lazio, alle quali è richiesta la massima attenzione e il monitoraggio in tempo reale dei sistemi di sicurezza informatica.
In realtà, non è escluso che anche il cyberspazio risenta degli sviluppi geopolitici di questo conflitto, tanto da far temere che le sanzioni imposte dai Paesi occidentali stiano avvicinando la Federazione russa alla Cina non solo nella realizzazione di una cooperazione strategica, in antitesi al blocco occidentale, bensì anche nella cooperazione tra i gruppi di hackers russi e cinesi, già impegnati nel cyber spionaggio industriale e militare.
Mai come in questo momento, l’Unione europea è chiamata a essere un “faro nelle tempeste della storia” (cit. L. Longanesi) e ad assumere un ruolo centrale nella gestione della politica estera e di difesa inclusa la protezione della sovranità e dell’autonomia digitale.

21-03-2022
Autore: Annita Sciacovelli
Docente di Diritto Internazionale - Univ. di Bari
Cybersecurity specialist
meridianoitalia.tv

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