Politica

di Lucia Di Giambattista

A fine aprile, il Governo italiano ha inviato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); un piano caratterizzato da sei missioni, ognuna declinata in differenti componenti nelle quali sono state raggruppate molteplici progettualità o di riforma o di investimento.

La “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” è la prima missione con un costo complessivo di circa 40 miliardi di euro e prevede al suo interno tre componenti dove la prima ha proprio come obiettivo, quello di occuparsi della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.

Nel corso degli ultimi cinque anni, significative iniziative sono state già avviate nella PA, grazie al lavoro svolto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dai Responsabili della Transizione al Digitale (RTD) di Amministrazioni centrali e locali.

24-05-2021
Autore: Lucia Di Giambattista
PhD, Fisico esperto in ICT ed innovazione

di Salvatore Cuomo

Al Senato, il Professor Draghi ha tenuto il suo primo discorso da Presidente del Consiglio incaricato con il quale ha illustrato le linee guida che il Governo da lui presieduto intende adottare per far fronte alla contingente situazione pandemica ed alla necessità di avviare un serio programma di sviluppo con una visione di lungo periodo che tenga conto della sostenibilità e non lasci in eredità ai nostri giovani l’insostenibile fardello del debito pubblico.
Indubbia la centralità dell’emergenza pandemica con la conseguente necessità di una forte accelerazione del piano Vaccinale e lo stile della sobrietà comunicativa.
È stata altresì manifestata la decisa volontà di avviare le riforme di cui il paese ha impellente bisogno, da quella del sistema Sanitario a quella Fiscale e a quella della PA non tralasciando altri importanti temi prioritari per sostenere la ripartenza dell’Italia quali Ambiente, Parità di genere, il Mezzogiorno, Giustizia e non meno importante la Scuola.

Senza entrare nel dettaglio dei provvedimenti illustrati per il quale rinvio alla lettura del testo del discorso qui allegato, mi sia consentito sottolineare una parte del discorso del Presidente Draghi che ritengo illuminante:
“Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”.
Un governo nel segno dell’unità ed un costante impegno collettivo per cogliere l’obiettivo finale del bene comune. 

18-02-2021
Autore: Salvatore Cuomo
Esperto fiscalista con Studio a Roma, membro dell’Istituto Nazionale Tributaristi e socio fondatore dell’associazione NetProf - rete tra Professionisti

di Paolo Balduzzi

Il 13 febbraio è nato, tra grandissime aspettative, il Governo Draghi. Si tratta del 67esimo esecutivo in 73 anni di Repubblica, il terzo in tre anni di questa XVIII legislatura. Tali aspettative si devono principalmente alle enormi personalità ed esperienza del Primo ministro, ex governatore della Banca d’Italia ed ex Presidente della Banca centrale europea (Bce).

Insieme ad un curriculum accademico e lavorativo di primo livello, questi due incarichi ne possono certificare sia le capacità tecniche sia quelle politiche. Soprattutto queste ultime si sono rivelate cruciali durante la crisi dell’euro, dieci anni fa, quando proprio il ruolo della Bce è stato ben più determinante di quello della Commissione per tenere insieme il progetto europeo.

Qualche malumore, a dire il vero, è comunque cominciato a emergere la sera di venerdì 12 febbraio, quando il presidente incaricato ha sciolto la riserva e ha comunicato i nomi dei nuovi ministri. Poche donne (8 su 23), troppi politici (e sempre gli stessi), correnti non rappresentate, pochi ministri del sud.

15-02-2021
Autore: Paolo Balduzzi
Docente di Economia pubblica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

di Giovanni Guerisoli 

Si narra che quando Franco Marini , all'indomani della sua elezione a Presidente del Senato , avvenuta il 29 aprile 2006 , al funzionario di Palazzo Madama incaricato di curare la presentazione ufficiale del neo Presidente , alla domanda di indicare la professione , abbia risposto con convinzione” sindacalista “ e di fronte alle incertezze del funzionario abbia confermato con determinazione la sua indicazione precisando che quello del sindacalista sia uno dei mestieri piu' nobili che esistano.

Ho citato questo aneddoto perche' Marini fa parte sicuramente delle riserve nobili della nostra Repubblica e tutta la sua vita e' stata caratterizzata da un percorso di valorizzazione del lavoro in tutte le sue espressioni , fin da quando nel 1965 entra nella Federpubblici portando i lavoratori del settore a diventare protagonisti della grande stagione delle lotte sindacali del biennio 1968 1969 .

09-02-2021
Autore: Giovanni Guerisoli 
già Segretario Confederale Cisl

di Pietro Fiocchi

«Il “Sistema Italia” semplicemente non esiste! Lo si invoca da decenni e nulla abbiamo appreso dall’esperienza francese…»

Da italiano all’estero per qualche anno, bloccato sulla via di ritorno in Cina da questa pandemia, ho sempre pensato particolarmente arguti i proverbi popolari d’Oriente, uno in particolare è quello della rana in pentola che trova piacevole l’acqua tiepida, fino a che poi bolle e la uccide. 

Da noi non saprei a quanti gradi sia arrivata l’acqua, in più ci è caduta addosso un’epocale disgrazia, però in questa mia parentesi romana ho avuto il privilegio di conoscere un italiano, uno di quegli italiani che a chi tocca la condizione di “italiano all’estero”, sempre ferma la gratitudine per il Paese ospitante, rendono ancora più amaro il non poter essere un “italiano in Italia” e allo stesso tempo tengono accesa una profonda voglia di mantenere il legame con “casa”, per quanto ormai quasi “inagibile” e  pur vivendo dall’altra parte del mondo.

26-11-2020
Autore: Pietro Fiocchi
giornalista, esperantista

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