Un’insolita navigazione tra vita, esperienza e scrittura,

di Veronica Arpaia

Se si dovesse inquadrare Storia della mia Vista, un’insolita navigazione tra vita, esperienza e Scrittura, Tau, Todi, 2020, pp. 171 all’interno di un “genere” (letterario o meno che sia), non lo si potrebbe racchiudere in un’unica categoria: romanzo, saggio, giallo, ecc., ma si dovrebbe operare una crasi fra generi diversi definendo questo lavoro un saggio autobiografico altruista dove la parola saggio ha il sapore del sostantivo, ma anche quella dell’aggettivo, di persona saggia…e allora il libro si potrebbe definire come autobiografia di un altruista saggio.

Un lavoro che si articola su venti meditazioni i cui titoli sono prevalentemente tratti dalla Sacra Scrittura e all’interno dei quali si trovano tre “intervalli” principali: vita, esperienza e scrittura che rappresentano giustappunto tre diversi punti di vista dialoganti fra loro come farebbe una treccia di pane fatta con diverse farine il cui sapore ultimo è migliore dei singoli elementi che la compongono.

AlessioContiAlessio Conti, professore di Storia e Filosofia in un liceo di RomaL’esperienza è, sia nella vita di Alessio Conti, autore non vedente dalla nascita, sia in questo lavoro, il tratto distintivo che collima con la sua straordinaria forza d’animo e cioè di fare del proprio limite un’opportunità di crescita per se stessi in primis e, dunque, per gli altri.

Vivere un’esperienza in prima persona, ma facendo in realtà qualcosa per gli altri è molto più arricchente di quanto non si creda: si permetta un inciso…Avete mai provato a registrare un libro (ad alta voce) per un'altra persona dopo averlo letto per voi stessi? Ebbene scoprirete che state leggendo un libro inconsueto, intimamente diverso, perché i suoni riecheggiano idee nuove rispetto ad un testo letto mentalmente. Ci si avvia così inaspettatamente verso una prospettiva rinnovata, sia per i suoni della propria voce, sia perché si legge anche per altre persone. E solo allora ci si accorge che si sta leggendo come fosse la prima volta!

Quindi l’esperienza non è solo qualcosa che capita, ma quel qual cosa che accade dentro di noi perché impariamo a tenerne conto, a fare in modo che quel terreno o quell’evento della vita ci dissodi…

Ma mai riusciremmo a comprendere quest’esperienza sino in fondo senza almeno tentare momenti di empatia con chi non ha scelto di nascere ad occhi chiusi. Una non scelta che, pur tenendo tenacemente conto delle difficoltà che essa comporta, riesce a trasformarsi in opportunità grazie ad un amore per la vita di cui diremo diffusamente.alessiocontilibro

Come attingere alla luce di chi non vede? Anche attraverso quella bellissima figura retorica che è la sinestesia… Una marmo morbido, un buio luminoso, un rumoreasciutto di cui la poesia fa non a caso ampio ricorso. Punti di osservazione differenti che normalmente non assoceremmo mai perché la vista ci impedisce di vedere con quella profondità che può scaturire dal silenzio e dagli altri sensi. Mentre lo sguardo coglie facilmente l’insieme, spesso perde la bellezza dei singoli elementi che lo compongono.

Durante una visita ai Musei Vaticani organizzata per i non vedenti, ma non solo, si impara a conoscere attraverso tatto, suoni e odori ciò che alla vista non è concesso: un primato forse troppo spesso esaltato.

L’altro aspetto fondamentale nella biografia altruista di Alessio Conti è la Vita che nel caso precipuo dell’autore si fonde indelebilmente con la filosofia, sia nel senso etimologico del termine, amore per il sapere e per la conoscenza, sia, in senso più ampio, come disciplina di vita, come palestra del pensiero, come coordinate geografiche e trait d’union fra Esperienza e Scrittura. La filosofia quindi come quell’attività del pensiero che tende a ricercare quanto rimane stabile in ogni esperienza, quanto resta valido come criterio dell’operare al di là del variare dei fenomeni. Per dirla con Aristotele è la ricerca dei principi e delle cause prime, quella che in Storia della Mia Vista diventa poi il terzo punto – non per ordine di importanza - …e cioè la Metafisica, quella “scienza” più alta che ha per oggetto ciò che è eterno. La filosofia come mezzo del sapere assoluto per raggiungere una visione serena della realtà e per accettare le avversità trasformandole in opportunità come ci rammenta peraltro la Treccani.

Si arriva quindi al Vangelo come Evangelium cioè portare la buona novella e annunciare il bene. Il Vangelo è la Parola con la P maiuscola che ci aiuta non a leggere la realtà ma ad essere letti, solo essendo letti possiamo trasformare radicalmente la nostra esperienza. Non a caso nel libro i titoli delle dei capitoli sono tratti prevalentemente dal Vangelo come lampada per i nostri passi, titoli che assumono la forma di Meditazioni per creare uno spazio prolungato e arricchente di silenzio interiore.

Questi tre elementi si fondono quindi l’uno nell’altro: Scrittura, Vita, Esperienza dialogando costantemente, ma non avrebbero la stessa bellezza e la stessa profondità se non fossero conditi da due ingredienti fondamentali, le mani (e quindi i polpastrelli) e il sale che le mani spargono sul piatto: il sale è l’ironia.

I polpastrelli rappresentano il segugio del libro…muovendosi attraverso l’esperienza tattile delle cose della vita sono sempre capaci di chiedere il perché. Un esempio Alessio Conti lo traccia parlandoci della perla che è liscia e al tempo stesso è ondulata, oppure tramite la forza dell’onda che risuona in una conchiglia i cui aculei sono aguzzi. Tramite il tatto il nostro dialogo con la conchiglia si trasforma, non è più solo un oggetto, ma qualcosa da scoprire, qualcosa che riecheggia il rumore del mare, quell’onda che risuona dentro di noi quando ci lasciamo leggere.

L’ironia è anche autoironia sulla propria condizione, quella cifra della generosità, della capacità di far sentire gli altri a proprio agio, di accogliere i loro schemi predeterminati che spesso impediscono di osservare e comprendere l’alterità nella sua essenza. L’autoironia come spezia prediletta per dar sapore alla vita, a quella Levitas che è bella proprio perché capace di interrogarsi anche sulle cause prime.

Un’autobiografia di un altruista saggio che vi carezzerà diventando, pagina dopo pagina, profondamente vostra!

03-01-2021
Autore: Veronica Arpaia
Docente lingua inglese alla Sapienza
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