di Gianmarco De Septis

Occorre partire dai “dati provvisori” Istat riferiti al mese di dicembre 2023 e recentemente pubblicati dove il tasso di disoccupazione giovanile risulta in calo del 2,4% rispetto al mese di dicembre del 2022.

Se però si tengono in considerazione i dati riferiti all’ultimo decennio, sembrerebbe presentarsi una statistica in controtendenza.

Difatti, in Italia i lavoratori giovani stanno diventando una rarità come viene evidenziato nel sesto Rapporto Censis-Eudaimon sul Welfare aziendale pubblicato nel marzo 2023: “Nel decennio 2012-2022 gli occupati 15-34enni sono diminuiti del 7,6% e quelli con 35-49 anni del 14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati del 40,8% e quelli con 65 anni e oltre del 68,9%”.

Un’evidenza statistica che se analizzata contestualmente al dato della percentuale di contratti precari dei giovani (sempre come evidenziato dal menzionato rapporto): “Tra gli occupati giovani, la percentuale dei contratti non standard raggiunge il 46,3% tra le femmine, rispetto al 34,2% dei maschi” ci permette di cogliere il nocciolo della questione.

Da questi dati si può evincere come un giovane su quattro sia precario, dato ancor più allarmante riguarda invece la condizione dell’occupazione femminile, una su due è precaria.

La maggiore difficoltà per i giovani di trovare un lavoro stabile è dettata dal fatto di avere meno esperienza pregressa, così come la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro comporta la condizione stessa che impedisce loro di fare esperienza, dimostrando di fatto una ridotta inclusività nel mercato del lavoro.

A questo punto verrebbe da chiedersi, come si può ridurre il divario occupazionale ed aumentare l’inclusività nel mondo del lavoro per i giovani?

Un primo punto dovrebbe essere migliorare i servizi di orientamento scolastico, ma soprattutto prevedere un riallineamento tra sistema formativo e tessuto produttivo, così da creare un’offerta congruente alla domanda.

I luoghi di formazione devono prendere atto che oltre ad istruire devono produrre competenze nel senso più ampio e maggiormente improntante all’utilizzo delle stesse nel mondo del lavoro.

Difatti ciò che rende il mercato del lavoro difficilmente accessibile non è la mancanza di istruzione, tutt’altro.

Sarebbe opportuno anche rilanciare il ruolo del collocamento pubblico e aumentare le azioni di coordinamento tra centri per l’impiego, agenzie private e web in modo da poter operare in modo sinergico.

Questo adeguamento dovrebbe passare attraverso modifiche di carattere normativo e legislativo finalizzati all’incontro tra domanda e offerta del mercato del lavoro.

Insomma, l’agenda del paese dovrebbe ridare priorità alla realizzazione di riforme strutturali che permettano di combattere la disoccupazione giovanile per ridare dignità e futuro ai giovani.

01-02-2024
Autore: Gianmarco De Septis
Esperto di politiche di Immigrazione
meridianoitalia.tv

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