Economia

Gianpiero Ruggiero 

Dalla crisi Covid19 uscirà un’Italia moderna e digitale, più rinnovata e con migliori servizi pubblici online?

Per rispondere a queste domande, occorrere credere che la trasformazione digitale della PA, insieme a quelle delle imprese, sia cruciale per la ripartenza del Paese e che occorra, in breve tempo, far fare un salto di qualità alle nostre amministrazioni, riuscendo a monitorarne gli sviluppi e valutarne gli impatti.

È indubbio che in questo periodo di emergenza sia emersa ancor più chiaramente a tutti l’importanza del digitale. Le pubbliche amministrazioni hanno dovuto reagire velocemente per garantire continuità di servizi e rispondere alle crescenti necessità causate dalla pandemia. Uno stato emergenziale che ha rappresentato un elemento di accelerazione della trasformazione tecnologica e organizzativa di moltissimi enti. Ma la digitalizzazione della PA, in prospettiva, vale molto di più: un fattore di efficienza e di rilancio per proiettare il Paese nel futuro.

05-11-2020
Autore: Gianpiero Ruggiero
Esperto in valutazione e processi di innovazione del CNR

di Veronica Rauso

Lo scorso 22 settembre si è tenuto il forum permanente del CNEL sulla NEXT GENERATION UE per Uguali Opportunità. Momento importante al quale hanno partecipato i vari attori istituzionali e le parti sociali, tra cui possiamo annoverare l’INT Istituto Nazionale Tributaristi, Confindustria, Casartigiani, Regione Lazio, ed esponenti politici.

Tale incontro è stato l’occasione per ribadire con forza alcuni concetti che sentiamo da diversi mesi. Argomento principe è stato quello della Next Generation EU cioè l’insieme di misure che dall’Europa, per il periodo che va dal 2021 al 2027, serviranno a finanziare, i Paesi europei nel periodo di ripresa economica sostenendo gli investimenti nella transazione digitale e nel settore del verde. Investimenti che saranno finanziati per un importo pari a 750 miliardi che la Commissione Europea reperirà sul mercato emettendo titoli garantiti dal bilancio europeo così ripartiti: 500 miliardi destinati a sovvenzioni e 250 miliardi messi a disposizione degli Stati come prestiti da restituire.

12-10-2020
Autore: Veronica Rauso
Tributarista INT Istituto Nazionale Tributaristi L.4/2013
Coordinatrice Commissione Pari Opportunità

di Salvatore Cuomo

Da qualche tempo e sulla bocca ormai non solo degli addetti ai lavori il tema della riforma fiscale.

E questo grazie anche ad alcune interviste rilasciate dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che così facendo ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica oltre che delle Istituzioni il tema in oggetto non senza qualche iniziale polemica a mio parere errata.

11-10-2020
Autore: Salvatore Cuomo
Esperto fiscalista con Studio a Roma, membro dell’Istituto Nazionale Tributaristi
Socio fondatore dell’associazione NetProf - rete tra Professionisti

di Gianpiero Ruggiero

Next Generation, è ora il momento delle scelte

Nel recente discorso sullo Stato dell’Unione

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Ursula von der Leyen ha fissato alcuni punti chiave per una strategia comunitaria da qui al 2030 su cui concentrarsi. Al centro delle preoccupazioni di Bruxelles ci sono sei linee di intervento:

  • European Green Deal

Fare dell’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico. Piano straordinario basato su:

  • “Giusta transizione” energetica dal punto di vista sociale;
  • Piano di investimenti per un’Europa sostenibile e trasformazione della BEI in Banca europea per il clima;
  • Tutela della biodiversità, lotta all’inquinamento e agricoltura sostenibile.
  • Un’economia al servizio delle persone
  • Un’Europa pronta per l’era digitale
  • Promozione del nostro stile di vita europeo
  • Un’Europa più forte nel mondo
  • Un nuovo slancio per la democrazia europea

20-09-2020
Autore: Gianpiero Ruggiero
- Esperto in valutazione e processi di innovazione del CNR

di Sergio Bellucci

Spesso in questi anni si è parlato dell’origine del ritardo italiano. Perché la nostra economia non cresce al ritmo degli altri paesi? Perché, pur avendo una saturazione altissima dell’intensità del lavoro umano (con linguaggio antico avremmo detto il livello del suo “sfruttamento”), la nostra produttività non è al passo con quella degli altri paesi europei e mondiali? Dove abbiamo accumulato il nostro grande ritardo? Quali sono stati i deficit accumulati e quando c’è stata la definitiva inversione di tendenza?

02-09-2020
Autore: Sergio Bellucci
Imprenditore

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