di Gianni Lattanzio
L’opzione preferenziale per i poveri è un tema centrale nel magistero di Papa Francesco, che si riflette non solo nei suoi discorsi, ma anche nelle sue azioni quotidiane. Questo concetto, radicato nella tradizione cristiana, chiama i fedeli a mettere i bisogni dei più vulnerabili al primo posto, seguendo l'esempio di Gesù Cristo.
La Sacra Scrittura è ricca di riferimenti che parlano della cura per i poveri. Nel Vangelo di Matteo, Gesù afferma: "In verità vi dico: tutto ciò che avete fatto a uno di questi miei minimi, l'avete fatto a me." (Matteo 25:40)
Questa citazione sottolinea l'importanza di riconoscere Cristo nei bisognosi, un principio che Papa Francesco ha fatto suo, invitando la Chiesa a essere "una Chiesa povera e per i poveri".
Fin dall'inizio del suo pontificato, nel 2013, Papa Francesco ha messo in luce la necessità di una Chiesa che abbracci i poveri. Durante la sua prima enciclica, Lumen Fidei, scrive:
"La fede è luce, ma è anche una luce che ci guida a vedere il volto degli altri, in particolare dei più poveri."
In questo contesto, il Papa ha anche parlato dell'urgenza di combattere le ingiustizie sociali e le disuguaglianze. Infatti, nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium, afferma: "La vera crisi non è quella economica, ma quella etica e sociale."
Questa visione invita i cristiani a un cambiamento di paradigma, dove la giustizia sociale diventa una priorità.
Un momento emblematico del pontificato di Francesco è stata la visita all'isola di Lampedusa nel 2013, dove ha incontrato i migranti e i rifugiati, esprimendo la sua vicinanza a coloro che fuggono da guerre e povertà. In quell'occasione, ha detto:
"Oggi, con la mia presenza, voglio urlare: 'Mai più guerra, mai più violenza!'"
Questo gesto rappresenta l'impegno concreto del Papa nel difendere i diritti dei più vulnerabili e nel richiamare l'attenzione sulla tragedia della migrazione.
La sua scelta preferenziale per i poveri rappresenta un concetto che informa ogni azione del suo pontificato e continua a risuonare in modo potente, invitando a una revisione delle nostre priorità e dei nostri valori.
Papa Francesco ha sempre evidenziato che la fede cristiana non può essere dissociata dalla giustizia sociale. La sua insistenza nel mettere i poveri al centro dell'azione ecclesiale ha rappresentato non solo una direttiva morale, ma un vero e proprio stile di vita. Con la sua scomparsa, il suo messaggio, proprio in questo Tempo Pasquale, acquista una forza universale e rappresenta un richiamo urgente a continuare questa missione.
Le parole di Papa Francesco, oggi, risuonano con particolare intensità e diventano una declinazione moderna della Parola per essere meglio compresa e portata nella società. Pensando a Papa Francesco possiamo ricordare il Vangelo di Matteo (25:40), richiamando l’attenzione su come il servizio ai poveri sia servizio a Cristo stesso. La sua vita e il suo ministero hanno incarnato questa verità, rendendola visibile e tangibile.
Con la morte di Francesco, cresce l'urgenza di riflettere su come possiamo continuare il suo operato. Le sfide economiche, sociali e ambientali che affrontiamo oggi richiedono una risposta concreta. Le parole del Papa, come “La Chiesa è chiamata a essere una casa per tutti, specialmente per i più vulnerabili”, ci invitano a non dimenticare mai i nostri fratelli e sorelle meno fortunati.
La sua eredità deve ora essere un invito per la Chiesa a rinnovare il proprio impegno verso i poveri.La comunità ecclesiale è chiamata a essere un faro di speranza, continuando a lavorare per la giustizia e la dignità di ogni persona, a tutelare la vita sempre, dall'inizio alla fine.
La morte di Papa Francesco non segna la fine della sua visione, ma piuttosto l'inizio di una nuova fase in cui i suoi insegnamenti possono ispirare azioni conseguenti trasformando il mondo in un luogo più giusto e solidale.
L'opzione preferenziale per i poveri è una chiamata alla responsabilità per tutti i cristiani.
"La povertà non è una fatalità, ma una situazione che può e deve essere cambiata" (Francesco) e pertanto ogni fedele è chiamato a essere un testimone di speranza e solidarietà.