Raffaella Pergamo

Le origini
Nel 1933, l’America di Franklin Delano Roosvelt  cominciò a riacquistare fiducia dopo la Grande depressione del 1929 con l’introduzione del patto per l’economia: il New Deal.

Lo Stato per dare un nuovo impulso all’economia, era intervenuto con finanziamenti a grandi opere pubbliche, aveva effettuato compensazioni di produzioni in eccedenza agli agricoltori con aiuti mirati, aveva introdotto il salario minimo, sovvenzioni ai disoccupati e sussidi alle famiglie. Il deciso intervento statale produsse i suoi effetti in poco tempo, la disoccupazione venne dimezzata e la stagnazione dei consumi scomparve: il sistema economico americano si trasformò completamente con effetto positivo anche su quello del Vecchio Continente.
Agli inizi del XXI secolo, con la recessione in America e il forte indebitamento di molte nazioni europee, è ritornato il tema del Green New Deal, un approccio globale non solo alla crisi economica, ma anche al cambiamento climatico. Sempre, dunque, dagli Stati Uniti d’America arriva una proposta di riforma agli inizi del 2019, con un documento della deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez che propone un patto per ridisegnare la politica economica, ponendosi obiettivi ambientali e sociali.

Con il discorso di insediamento della Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen il 17 luglio del 2019, il Green Deal diventa l’obiettivo dell’esecutivo europeo, perché la salute del pianeta è una responsabilità ma anche un’opportunità.

Le tappe dell’European Green Deal

Per la prima volta, la Commissione ha proposto un pacchetto di misure e una tempistica serrata per la sua realizzazione. Il 28 novembre 2019, il Parlamento Europeo approva una risoluzione con cui il cambiamento climatico viene dichiarato globale. Subito dopo, per far in modo che l’Europa diventasse climaticamente neutra nel 2050 e per aumentare il benessere delle persone, l’11 dicembre 2019 la Commissione Europea illustra il Green Deal Europeo all’Europarlamento e al Consiglio UE, auspicando una transizione giusta, perché si è consapevoli che non tutte le Nazioni partono dallo stesso punto sul clima, ma l’obiettivo ultimo deve essere quello di avere tutte la stessa destinazione. Le misure del patto prevedono oltre la legge sul clima, il perseguimento di una strategia per la sostenibilità industriale e per un’economia circolare e neutrale per il clima, la protezione di ecosistemi e biodiversità, la sostenibilità degli alimenti con la strategia “Farm to fork”, l’integrazione sostenibile di settori come la finanza e la fiscalità, la ricerca e innovazione, l’istruzione e la formazione ed il digitale. Il 14 gennaio 2020, la Commissione ha presentato al Parlamento il piano di investimenti del Green Deal, pari a 1000 miliardi di investimenti in 10 anni, con una partecipazione di fondi privati e tre strumenti finanziari 1) “Just transition mechanism”, un meccanismo di transizione equa per favorire soprattutto quelle Nazioni maggiormente dipendenti dai combustibili fossili nel raggiungere un equilibrio per l’ambiente, economico e sociale; 2) InvestEU, un programma che raggruppa tutti i finanziamenti dell’UE in forma di prestiti e garanzie; esso non è che una derivazione del piano Junker da potenziare ulteriormente con 650 miliardi di euro aggiuntivi nel periodo 2021/2027 e coadiuverà gli Stati Membri nell’utilizzare al meglio i fondi UE assegnati; 3) BEI, Banca Europea per gli Investimenti che dal 2021 raddoppierà gli investimenti verdi diventando la Banca Europea per il Clima.

European Green Deal

In linea generale , quindi, Il Green Deal attacca la disuguaglianza e punta a costruire una nuova società fondata sulla solidarietà, con lo slogan “Nessuno resti indietro”.

 

L’agricoltura e il Green Deal

In attesa della definizione da parte dell’UE della strategia “Farm to fork”, dal produttore al consumatore, il
dibattito sul ruolo dell’agricoltura nel pacchetto di riforme verdi è già ben delineato. Al settore primario viene
chiesto che il cibo sia sostenibile ma portato sul mercato a costi contenuti, che le tecniche agronomiche
proteggano l’ambiente, preservino la biodiversità e incentivino pratiche agricole ecocompatibili come
l’agricoltura di precisione, l’agricoltura biologica e l’agroecologia.
Lo strumento della PAC secondo le previsioni della Commissione, per il periodo 2021-2027 dovrà almeno per
il 40% supportare la politica per il clima, inserendo nei Piani strategici Nazionali operazioni che riducano l’uso
di fitofarmaci e che indirizzino i produttori verso metodi di coltivazione sostenibili e miglioramenti varietali.
Allo stesso modo, andranno salvaguardati gli ecosistemi forestali perché proteggere le aree boschive dal
degrado e dalla deforestazione aiuterà la politica per il clima e favorirà la bioeconomia e l’economia circolare.
Ci si attende, infine, non solo una produzione di cibi sostenibili ma anche un consumo responsabile da parte
di consumatori attenti alla sicurezza alimentare, alla qualità e all’impronta ambientale degli alimenti stessi,
coadiuvati da un’etichettatura nutrizionale e d’origine equiparata a livello europeo, per poter effettuare
scelte di acquisto maggiormente consapevoli.
Agli agricoltori, oltre ad essere i veri protagonisti del Green Deal, perché guideranno il cambiamento di rotta
dei sistemi produttivi, partendo da una maggiore attenzione nell’utilizzo del suolo fino all’offerta di cibo di
qualità, verrà offerto, anche, uno strumento nell’ambito dei pagamenti diretti, l’eco-schema che sarà
premiante in caso di comportamenti volontari per attuare pratiche pro-clima e pro-ambiente e per
incentivarli ulteriormente a supportare la rivoluzione verde a cui siamo chiamati.

Il Green Deal e l’emergenza sanitaria da Covid-19

La pandemia da coronavirus che ha colpito l’intera popolazione mondiale ha comportato anche una revisione
della tabella di marcia del Green Deal, con un programma di lavoro della Commissione che prevede priorità
assolute per il 2020 ed altre che verranno rimandate al prossimo anno. Nella manovra per la ripresa
economica saranno inserite azioni per la transizione verde e la trasformazione digitale. In particolare, l’onda
di rinnovamento partirà dall’efficienza energetica del settore edile così come nessun passo indietro verrà
fatto sul raggiungimento degli obiettivi climatici e sull’elaborazione della strategia “Farm to fork”(F2F) data
l’importanza della sicurezza e dell’approvvigionamento degli alimenti anche in uno scenario di emergenza
sanitaria. Sono, invece, destinate allo slittamento al 2021, l’elaborazione della strategia forestale e quella di
adattamento ai cambiamenti climatici così come la strategia di responsabilizzazione dei consumatori alla
transizione ecologica e alle iniziative di economia circolare sui prodotti sostenibili.
La nuova versione del Green Deal post Covid-19 dovrebbe essere resa nota il 29 aprile 2020.

20-04-2020
Autore: Raffaella Pergamo
Economista e Ricercatrice del CREA - Consiglio per la Ricerca e analisi dell’economia agraria
meridianoitalia.tv

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