Salvatore Cuomo

Riflessione su un recente video del Papa sulla crisi delle PMI un tema su cui anche il prossimo Governo dovrà prendere importanti misure a favore del nostro ceto medio un tempo motore della crescita e del conseguente diffuso benessere sociale.

«Preghiamo perché i piccoli e medi imprenditori, duramente colpiti dalla crisi economica e sociale, trovino i mezzi necessari per proseguire la propria attività, al servizio delle comunità in cui vivono».

È l’esortazione di papa Francesco che si fa intenzione di preghiera per il mese di agosto, nel video, tradotto in 23 lingue, diffuso il due agosto scorso dalla Rete mondiale di preghiera del Papa attraverso il sito www.thepopevideo.org

Nel filmato è possibile vedere un carrello vuoto in un supermercato chiuso, un agricoltore che osserva il suo campo di mais compromesso per la siccità, una giovane che probabilmente licenziata esce dal suo ex ufficio con uno scatolone contenente le proprie cose ed una donna che apre un frigorifero vuoto.

Fotografie di situazioni simboleggianti le conseguenze della crisi economica acuita dal Covid, delle guerre e dei cambiamenti climatici.

Il video mostra il Pontefice affermare con vigoria che:

«Come conseguenza della pandemia e delle guerre, il mondo affronta una grave crisi socioeconomica. Non ce ne siamo ancora resi conto!»

Prosegue Francesco cimentandosi nell’individuare alcune tra le categorie più colpite:

«Tra chi ha subito gravi danni ci sono i piccoli e medi imprenditori. Quelli del settore del commercio, dell’artigianato, delle pulizie, dei trasporti e tanti altri».

“persone che non compaiono nella lista dei più ricchi e potenti e che, nonostante le difficoltà, creano posti di lavoro mantenendo la propria responsabilità sociale. Sono loro che investono nel bene comune anziché nascondere il proprio denaro nei paradisi fiscali».

Ed ancora nella sua riflessione evidenzia

«tutti loro dedicano un’enorme capacità creativa a cambiare le cose dal basso, da dove viene sempre la migliore creatività» … «con coraggio, con sforzo, con sacrificio», investendo nella vita e «generando benessere, opportunità e lavoro».

Secondo i dati 2021 della Banca mondiale, un’impresa su quattro ha dimezzato il volume delle vendite a causa della pandemia e gli aiuti pubblici sono meno incisivi proprio dove sarebbero più necessari, come per le piccole imprese nei Paesi poveri.

l’Italia non è ascrivibile alla categoria dei paesi poveri, tutt’altro, ma è pur vero che viene da un paio di decenni di crescita sostanzialmente pari allo zero e gli effetti della pandemia si sono sentiti più che in altri paesi dalle economie avanzate dei quali siamo ancora oggi componente importante.

Da noi lo si coglie nella percezione della condizione di quella che io definisco “economia di strada” le serrande abbassate i cartelli vendesi i negozi delle vie commerciali di molte periferie ma anche in diversi centri commerciali secondari che un tempo erano oggetti ambiti ora stentano a trovare continuità e nuove leve tra gli imprenditori.

Vero è che sono cambiate le dinamiche di acquisto e le chiusure Covid hanno dato una ulteriore accelerazione alla migrazione verso il commercio on line di una buona parte dei flussi di acquisto ma, come ha sottolineato papa Francesco, la crisi ha toccato le fasce più deboli che in Italia può essere individuata in quel ceto cosiddetto medio, composto dalle partite iva, piccoli commercianti ed imprenditori che già alle prese con il fine mese fin da prima del Covid, con una marginale copertura offerta dai strumenti di sostegno al reddito messi a disposizione per far fronte alla pandemia hanno subito la mazzata finale poi acuita dalla ripresa della riscossione.

Un problema che non riguarda solo loro imprenditori e professionisti ma anche il personale da questi prima occupato, tutte famiglie che insieme a quelle delle maestranze in cassa integrazione e/o mobilità delle decine di aziende oggetto della crisi industriale anch’essa in atto nel mentre della trasformazione della nostra economia verso i servizi più che alla produzione materiale.

Resto dell’idea che è si giusto perseguire economie di scala e far crescere la dimensione media delle aziende per rafforzare le stesse sia nel mercato interno che per facilitare la penetrazione dei mercati internazionali ma come ha affermato Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera:

“sono molto importanti i piccoli e medi imprenditori, la loro forza creativa, la loro capacità di apportare soluzioni dal basso. Senza di loro non sarebbe stato possibile attraversare la crisi del Covid, e continuano ad essere necessari anche ora.”

A maggior ragione nel nostro paese da sempre distintosi nel mondo per la creatività simboleggiata dal made in Italy.

Una raccomandazione utile anche alla qualsiasi formazione del Governo che verrà.

23-08-2022
Autore: Salvatore Cuomo
Esperto fiscalista con Studio a Roma, membro dell’Istituto Nazionale Tributaristi e socio fondatore dell’associazione NetProf - rete tra Professionisti
meridianoitalia.tv

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