di David Morante

Il deconfinamento, atteso in tutta Europa come una sorta di Godot, di Babbo Natale fuori tempo, o di Liberazione, sta finalmente arrivando. Ma il disordine che ha accompagnato la gestione, in tutti i paesi, della pandemia Covid 19, non sembra (a differenza dei contagi) diminuire. Sarà un deconfinamento al buio?

Proiezioni sulla crisi economica (e del debito?).

E’ un capitolo assolutamente essenziale, ma non ne parleremo in questa sede

Scoordinamento internazionale. E’ incredibile quanta poca solidarietà sanitaria abbia avuto luogo in Europa, e quanto poco vengano citati, nelle comunicazioni ufficiali, i coordinamenti tra paesi e le esperienze acquisite per potere utilizzare quelle che comunemente si chiamano “the best practices”

Scoordinamento regionale e comunale. Riguarda solo pochi paesi, tra cui gli USA e purtroppo l’Italia. Le misure prese in modo scoordinato e caotico da regioni e comuni non tengono conto delle differenze reali, ma solo del protagonismo dei politici. E’ grave, e ingenera sfiducia nei cittadini, che non credono più che tali misure siano dettate da criteri obiettivi o dalla scienza 

Buio dell’informazione e delle statistiche. Sono sempre state il punto debole nella strategia dei governi

  • è incomprensibile come a tre mesi dall’inizio dell’epidemia si continui a mettere in evidenza il numero dei contagi, come se fosse un dato assoluto e non legato alla quantità di test fatti
  • si ignora se siano state fatte delle schede uniformi per ogni malato, o almeno per ogni ricoverato all’ingresso in ospedale; e in caso positivo se siano state divise per categorie : ad es. giovani o anziani, confinati o lavoratori in deroga, ecc. Si ignora comunque l’uso che ne è stato fatto: apparentemente ben modesto, perché tutti gli annunci parlano di contagi senza fare distinzione alcuna tra le varie casistiche
  • mancano notizie e statistiche sulla fonte di infezione probabile dei contagi (non importa che sia certa): familiare, per provenienza da zona infetta, ecc.
  • si ignora la durata media della malattia dall’inizio dei sintomi (o del probabile contagio) fino alla guarigione – o purtroppo al decesso

Buio sulla scienza del virus. Sussistono forti contrasti tra gli esperti:

  • sulla bontà di alcune cure
  • sulla attendibilità dei cosiddetti tamponi
  • sulla attendibilità dei prelievi sierologici per la ricerca degli anticorpi
  • sulla avvenuta immunità di chi ha già contratto la malattia (e la sua durata) 

Buio sull’efficacia (e la concreta fattibilità) del Tracing

Oggi sembra che lo slogan - piuttosto ovvio - dell’OMS (test, test, test) sia diventato il mantra e insieme la panacea delle politiche sanitarie. Ma i governi non hanno chiarito se hanno i mezzi per testare, non diciamo tutta la popolazione, ma anche soltanto i contatti di chiunque sia positivo, tramite delle app, dai profili costituzionali peraltro discutibili 

  • con sfumature diverse a seconda dei paesi, i governi prevedono che i test virologici siano estesi al massimo della popolazione possibile, con solo qualche vaga priorità per le categorie più esposte
  • ma se si fanno centinaia di migliaia (o milioni) di tamponi, i contatti da tracciare, che devono essere ripetuti ogni settimana, diventano decine di milioni: quindi, considerato che per ogni persona positiva si deve provvedere al suo isolamento, si tratta di una missione quassi impossibile
  • anche se si riducesse a una cifra ragionevole il numero dei testati, per una gran parte della popolazione (i confinati) i contatti sarebbero quasi tutti familiari o negozianti degli esercizi aperti. Fare un tampone a tutti i negozi della nazione?
  • è quindi evidente che l’unico modo per rendere efficaci i test virologici è di procedere per categorie; ad es.: test agli operatori sanitari (ovviamente); alle case di riposo; test al personale scolastico e agli studenti; test alle persone che lavorano, a campione, ma dividendoli per categorie a seconda dell’uso generalizzato (o meno) delle mascherine sul posto di lavoro
  • Infine, poiché la campagna di test a tappeto avrà bisogno della collaborazione degli interessati, si dovrebbe tranquillizzare il pubblico sia sulle conseguenze se il test è positivo (isolamento totale, parziale, ecc.?), sia sulle conseguenze se i contatti saranno positivi: perché qualcuno potrebbe essere tentato di tacere dei contatti, per non essere accusato di “delazione” nei confronti di conoscenti, oppure, nel caso che il contatto sia avvenuto in violazione delle misure restrittive, di essere chiamato a pagare una forte ammenda 

Buio sulla distanza sociale e le precauzioni

  • non si sa bene ancora se la distanza di sicurezza deve essere di uno o due metri
  • non si sa se il rischio di una contaminazione più o meno grave sia in funzione della quantità di virus ricevuto
  • nonostante alcuni studi (giapponesi) in materia, non ci sono informazioni precise sulla maggior propagazione del virus in ambienti chiusi, e ancor meno in locali forniti di aria condizionata, come i mezzi di trasporto
  • c’è ancora molta confusione sulla reale utilità dei disinfettanti e non si sa bene quali oggetti e per quanto tempo, se eventualmente contaminati, possono trasmettere il virus
  • e  dulcis in fundo – continua in tutta Europa la confusione più assoluta riguardante le mascherine, tanto meno giustificabile ora che esse cominciano a diventare disponibili in tutti i paesi 

Buio sulle prospettive di un vaccino.

E’ vero che la disponibilità di un vaccino non dipende dai governi, ma proprio per questo si dovrebbe evitare di annunciare che certe restrizioni finiranno solo quando il vaccino contro il virus sarà pronto. Non ha molto senso, in primis perché non si sa se il vaccino vedrà mai la luce, e in secondo luogo perché a quel momento l’epidemia potrebbe essere già spenta. 

Se si facesse luce su tutto quanto sopra, il deconfinamento potrebbe avvenire in maniera molto più ordinata e efficace. Ma soprattutto, in vista dell’apertura progressiva di negozi e attività produttive, sembrerebbe indispensabile:

  • sapere quale è stata la percentuale (anche approssimativa) di contaminati tra chi nell’ultimo mese non era confinato, ma ha lavorato, nelle fabbriche, nei servizi o nei trasporti
  • dedurne quindi quale sarà il rischio di possibile contaminazione nelle attività simili che apriranno prossimamente, tenendo conto che le precauzioni dopo il deconfinamento saranno comunque maggiori
  • in funzione di questo, e non di criteri astratti, decidere quali attività possono riaprire e con quali modalità (*)

(*) ad esempio, se si riscontrasse che il tasso di contaminazione tra gli addetti ai trasporti essenziali è stato in questo mese di meno del 5 per cento, si potrebbero allargare le categorie di trasporti consentiti

Buio sulle restrizioni future 

E’ sbagliato fare oggi un calendario delle restrizioni a lungo termine, e ancor più delle modalità di distanziamento sociale future, perché:

  • se il cosiddetto fattore R0 si mantiene sotto l’Uno anche dopo il deconfinamento, e se le precauzioni vengono osservate puntualmente, il virus non troverebbe ben presto abbastanza persone da infettare e l’epidemia potrebbe finire anche tra pochissimo
  • dei problemi un po’ più complessi potrebbero sussistere per i trasporti e per le scuole: per queste ultime suggeriremmo di ammettere senza mascherine solo i bambini i cui genitori abbiano meno di 50 anni e accettino di essere controllati strettamente per tracciare un eventuale contagio
  • a nostro avviso, il problema forse più intrattabile (a parte l’economia!), nel caso che l’epidemia non si spenga presto, sarà forse quello dei confini, che dovranno restare strettamente controllati, essendo la strategia di deconfinamento purtroppo diversa da un paese all’altro del mondo

 

09-05-2020
Autore: David Morante
Diplomatico e docente universitario
meridianoitalia.tv

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