di Rosa Musto

L’ Educazione degli adulti”, nella prospettiva del Lifelong learning, si rifà al Consiglio europeo tenutosi a Lisbona più di venti anni fa, nel marzo 2000. 

La  Strategia di Lisbona, anticipò i tempi nell’adottare l’ambizioso progetto di “fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”.

Per realizzare questo fu assegnato un ruolo strategico ai sistemi di istruzione e al loro interno, al settore dell’educazione degli adulti nell’ambito del Lifelong learning e per questo il Consiglio definì i seguenti tre obiettivi strategici: 

1. Migliorare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione nell’Unione europea; 

2. Facilitare l’accesso di tutti ai sistemi di istruzione e di formazione; 

3. Aprire i sistemi di istruzione e formazione al mondo esterno.

Nel 2010 poi, dopo il programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010”, fu comunicato dalla Commissione europea come agire in termini di “Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere. Furono così presentate le tre sfide da dover affrontare per lo sviluppo e la coesione sociale in Europa, che risultano valide  ancora oggi, con i seguenti fattori

a) la competitività economica da poter affrontare solo con uno sviluppo delle competenze; 

b) i mutamenti demografici senza precedenti con un forte incremento dell’invecchiamento della popolazione, da poter compensare con l’arrivo di stranieri immigrati, ma che necessitano di un adeguato grado di formazione, a partire dalle conoscenze linguistiche e l’integrazione culturale; 

c) la coesione sociale, fortemente in crisi per le nuove forme di analfabetismo di ritorno e l’emarginazione culturale.

Si tratta di fattori tutt’ora molto pressanti, specie a seguito della pandemia e che prevedono nell’immediato urgenti investimenti per tutti i governi dei paesi europei, proprio in risposta alla Strategia di Lisbona e in riferimento a come “Gli Stati membri non possono più permettersi di non avere un sistema di istruzione per gli adulti efficace, integrato nella strategia dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, che permetta ai partecipanti un migliore accesso al mercato del lavoro, una migliore integrazione sociale e che li prepari ad un invecchiamento attivo per il futuro”.

Ancora oggi, i nuovi bisogni formativi, derivanti dai cambiamenti del modello economico e anche condizionati dalla pandemia in atto, si profilano all’orizzonte muovendosi verso la direzione della sostenibilità e della qualità, con la necessità di dover affidarsi alla disponibilità professionale di un capitale umano, che risulti sempre più qualificato e competente, specie riguardo alle istanze innovative del settore  green

Per questo occorrono ulteriori riforme dei sistemi d’istruzione, in risposta a queste nuove istanze, con la diffusione di una didattica orientata allo sviluppo di nuove competenze e nel contempo, nel breve e medio periodo, occorre dover aggiornare e qualificare la popolazione adulta. In particolare, la popolazione adulta giovane risulta la più esposta al rischio del precariato permanente, proprio in riferimento a queste nuove competenze richieste dal mercato del lavoro e dalla società in generale.  In questo contesto, un’attenzione specifica va poi rivolta alla riconversione e/o allo sviluppo professionale della persona, per quella fascia di adulti che hanno perso o rischiano di perdere il lavoro.

In Italia, i Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) rappresentano una realtà adeguata a poter dare risposte innovative su questo fronte. Essi sono articolati in “reti territoriali di servizio” strutturate su tre livelli: Livello A: Unità amministrativa; Livello B: Unità didattica; Livello C: Unità Formativa.

L’ Unità formativa, può ampliare l’offerta formativa stipulando accordi con enti locali e altri soggetti pubblici e privati, comprese le strutture formative accreditate dalle Regioni. La finalità deve essere quella di potenziare le competenze di cittadinanza e di elevare il grado di occupazione della popolazione. Questo riuscirebbe a consentire non solo di realizzare la riqualificazione e la mobilità professionale degli adulti, nei periodi di crisi e, durante l’attivazione di processi innovativi che si vanno diffondendo nel mondo del lavoro; ma anche di poter contenere il fenomeno dei Neet, in aumento con la pandemia e che riguarda quei giovani, italiani e stranieri, che non cercano un impiego e non frequentano né la scuola e né un corso di formazione o di aggiornamento professionale. Su questo fenomeno è l’annuale Rapporto Giovani dell’Istituto Giuseppe Tonilo che ha più volte fatto luce, trattando l’analisi della condizione dei Neet italiani e mettendo in evidenza come tale condizione vada posta in relazione con l’investimento educativo, sottolineando come l’istruzione rappresenti una delle principali chiavi utili a ridurre e contrastare ogni forma di diseguaglianza.

Pensando ora anche al futuro post-Covid, si aprono scenari difficili, se non drammatici. A riguardo si constata come il lavoro manca ancora di più e quando c’è è in genere di bassa qualità, poco remunerato e precario. Infatti, il lavoro temporaneo rappresenta già da tempo la porta di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani, come già accadeva per il 76,6% nel 2017. Quando manca il lavoro i giovani, fortemente esposti al fenomeni di diseguaglianza economica, mettono sotto pressione le famiglie, che spesso non riescono o faticano a sostenerli, anche se comunque sono loro poi a dover trovare il modo per sorreggerli, per mancanza di un sistema di welfare equo e corretto. 

Ormai il tempo sta per scadere e occorre che con urgenza tutti i governi affrontino in termini globali e locali una ridefinizione del mercato del lavoro, alla luce delle innovazioni e dei mutamenti imposti dal post-covid, intervenendo per innalzare il livello di qualità della formazione lungo l’intero arco della vita, senza ignorare gli obiettivi di Lisbona, che risultano ancora oggi di riferimento, per la loro grande attualità, a garanzia della qualità della vita per tutti e a ogni età.

08-04-2021
Autore: Rosa Musto
Sociologa- Esperta di comunicazione e informazione pubblica istituzionale
meridianoitalia.tv

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