Geopolitica

di Franco Danieli

Chiunque abbia frequentato i due Paesi e si sia correttamente informato, può agevolmente constatare come i valori - e le regole - posti a fondamento dell’Unione Europea siano regolarmente e grandemente violati; furbizia e corruzione, appalti pubblici non trasparenti, controllo dei mezzi d’informazione, giudici sottoposti all’esecutivo, limitazioni alla libertà di espressione e all’insegnamento, repressione del dissenso e così continuando, sono le caratteristiche principali dei due Stati ex “cortina di ferro”.

Ora nel momento in cui l’Unione e soprattutto il suo Parlamento decidono finalmente di condizionare i trasferimenti economici al rispetto dei comuni principii dello “stato di diritto” i governi dei due Paesi giocano d’azzardo, proclamando di “non accettare indebite intromissioni negli affari interni” e ponendo il veto al bilancio pluriennale, di cui sono tra l’altro tra i principali beneficiari.

                                              
29-11-2020
Autore: Franco Danieli
Già Vice Ministro agli Affari Esteri

di Giuseppe Morabito

Il 15 novembre è stato firmato, dopo otto anni di negoziati, senza una seppur minima copertura mediatica probabilmente in conseguenza del focalizzarsi di tutti i media sulle notizie concernenti la pandemia da Covid-19, un accordo che potrebbe potenzialmente cambiare il futuro economico e strategico dell’Europa e di tutto il mondo occidentale. E’, infatti, stato deciso di dare vita alla Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP).

Si tratta di un accordo economico-commerciale tra i dieci Paesi dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico) più Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Quest’accordo storico, segna la costituzione del blocco commerciale e d’investimento più grande al mondo, in grado di rivoluzionare la geopolitica della regione e i rapporti tra gli Stati dell’Est asiatico.

28-11-2020
Autore: Giuseppe Morabito
Generale dell’Esercito Italiano
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

La storia delle relazioni non cambia anche in tempi di pandemia.

di Giuseppe Morabito

Da moltissimi anni, cioè dalla separazione, di fatto, in due stati, i rapporti politici di Taiwan con la Cina restano quantomeno problematici in conseguenza della decisione del governo di Pechino di continuare a considerare l'isola come parte del suo territorio e non come un paese indipendente e democraticamente all’avanguardia. Una delle conseguenze di tale posizione sta nel fatto che la Cina ha ottenuto, nel tempo, l’esclusione quasi totale di Taiwan dalle organizzazioni e dai forum internazionali.

Fa eccezione forse solo la NATO che, ad esempio, permette a funzionari taiwanesi di partecipare ai corsi di formazione al NATO Defence College d Roma. Certamente se gli organizzatori dei forum e la maggior parte dei paesi partecipanti esprimessero almeno il loro sostegno a Taiwan nel senso di favore alla sua presenza nei forum internazionali stessi, questo potrebbe avere un ruolo fondamentale nel promuovere l'obiettivo perseguito dalla democratica Taiwan e quindi vedere i suoi rappresentanti prendere parte alle riunioni delle organizzazioni internazionali in modo pragmatico ed efficace.

23-11-2020
Autore: Giuseppe Morabito
Generale dell’Esercito Italiano
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

di Guido Lenzi

A trent’anni dalla caduta del Muro che aveva irrigidito i rapporti internazionali, contrariamente a quanto qualcuno aveva allora sostenuto, la Storia stenta a riprendere il suo corso. Le regole del gioco, i termini utilizzati, le stesse pubbliche percezioni si stanno alterando. Vi è chi, condonando il comportamento assertivo di Putin, Xi e, finora, di Trump, si rassegna all’apparente ritorno di un multipolarismo che contraddice l’auspicabile multilateralismo, ricostruendo macroscopicamente gli antichi, pericolosi e altrettanto precari, equilibri di potenza.

23-11-2020
Autore: Guido Lenzi
Ambasciatore d’Italia ( a.r. )
Professore Università di Bologna

di Fausta Speranza

       Dogane che aprono e dazi che cadono in un bacino commerciale di due miliardi di persone e tra Paesi, come la Cina e il Giappone, storicamente in forte rivalità. L'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), più Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda hanno raggiunto un accordo di libero scambio che potrebbe coprire quasi un terzo del Pil mondiale. Ne resta fuori l'India nazionalista del presidente Modi, mentre gli Stati Uniti devono capire se riscopriranno l’affaccio sul Pacifico. In piena pandemia, l’Asia cerca  di respirare aria nuova di ripresa economica e per l’Europa dovrebbe essere un utile memorandum: è nel vecchio continente il più integrato dei mercati mondiali.

18-11-2020
Autore: Fausta Speranza
Giornalista e Scrittrice

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