Geopolitica

di Franco Danieli

 Il ruolo del Presidente della Repubblica ha avuto nel corso della storia nazionale una evidente evoluzione nel suo esercizio: dal dopoguerra fino alla crisi della cosiddetta “prima Repubblica” - con partiti di massa, forti e radicati - è stato, di fatto, un potere notarile garante degli equilibri decisi dalla politica. Dal 1992 in poi con la dissoluzione del blocco sovietico e con “tangentopoli” si è verificata la destrutturazione ideologica e materiale delle tradizionali forze politiche e l’affermazione di nuove e frammentate forme di aggregazione partitica e movimentistica, in questa situazione il Presidente della Repubblica ha assunto un nuovo protagonismo; non poteva più essere la figura super partes che osservava il frenetico cambio di governi pur nella stabilità della collocazione geopolitica filo-atlantica ed europeista, ma diventa un player attivo per orientare la soluzione di complesse crisi sistemiche.

Nei momenti di maggiore criticità, nel corso degli ultimi decenni, i Presidenti hanno fatto ricorso a figure estranee al mondo dei partiti e in grado di rassicurare prioritariamente partner internazionali e mercati finanziari.

Infatti alla debolezza della politica, in cerca di nuove identità e collocazioni, si sommavano le crisi economiche e la montagna del debito pubblico; lo spettro del default si è più volte manifestato, anche se, sotto l’effetto “Dunning-Kruger”, l’arroganza dell’ignoranza dei tanti leader incompetenti spargeva tranquillità sulla solvibilità dell’Italia sul presupposto “too big to fail”.

22-01-2022
Autore: Franco Danieli
Già Viceministro degli Affari Esteri

di  Giuseppe Morabito

Scrivere in queste ore e fare un’ipotesi su quello che potrebbe accadere al confine russo -ucraino è complesso ma escluderei da subito un conflitto armato.Nell'incontro di oggi, a Ginevra, tra il Segretario di Stato americano Blinken ed il suo omologo russo Lavrov, gli Usa e gli altri alleati occidentali hanno chiesto a Mosca di ritirare le truppe schierate sul confine, mentre la Russia chiede alcune garanzie di sicurezza e sia di fermare l’espansione ad est dell'Alleanza, compresa un’ulteriore assistenza militare americana all’Ucraina, sia il ritiro delle truppe NATO dalla Bulgaria e dalla Romania.

A partire da lunedì prossimo è attesa una comunicazione scritta da Washington nella quale si darà risposta alle richieste avanzate da Mosca per arrivare a una de-escalation. Oggi Lavrov ha dichiarato: “Vorrei ripetere ancora una volta alla fine dell’incontro che abbiamo concordato che la settimana prossima gli Stati Uniti presenteranno risposte scritte a tutte le nostre proposte” aggiungendo di essere “d’accordo sul fatto che un dialogo ragionevole sia necessario” affinché si “calmi la tensione” attorno all’Ucraina e che quelli di Ginevra “non sono la fine del nostro dialogo”.

21-01-2022
Autore: Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

Ma il rischio per il clima mondiale continua

di Giuseppe Morabito*

Focus sul principale “evento climatico” del Medio Oriente, con l’organizzazione della Settimana della sostenibilità 2022 di Abu Dhabi (ADSW). Nella regione al centro di produzione mondiale di idrocarburi, migliaia di delegati, sia di persona sia virtualmente, si riuniranno per discutere e esporre le ultime teorie, a livello mondiale, in merito a come risolvere il problema globale del cambiamento climatico, come promuovere al meglio l'innovazione verde e come migliorare le pratiche sostenibili dal punto di vista ambientale.

Eventi come questo, che si svolgerà dal 15 al 19 gennaio, consentono agli attori nei mondi degli affari, politica, diplomazia, di capire come si inserisce la loro specifica area di interessi in un quadro più ampio a livello internazionale. Per gli esperti e gli organizzatori c’è bisogno che tutte le aree della società siano orientate verso la sfida del cambiamento climatico e opportunità come questa siano di promozione alla condivisione delle conoscenze necessaria per rendere realtà la sfida stessa e non un miraggio la riduzione dell’utilizzo dell’inquinante fossile per produrre energia.

14-01-2022
Autore: Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

di Sergio Bellucci

Con una metafora forse azzardata potremmo traslare la situazione kazaka da quella che precedette il 14 luglio del 1789. Dal “Maestà il popolo ha fame e non ha più pane”. “Se non hanno più pane che mangino le brioche” (il dialogo attribuito a Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena durante un tentativo di rivolta per mancanza di pane), al “Popolo ha fame, freddo e non ha il gas per fare il pieno all’auto”. “Allora dategli un wallet con dei Bitcoin!”.

Il mondo si interessa alla crisi del Kazakistan in maniera diversa di altre crisi di paesi fuori dalla “notiziabilità” classica. La ragione di questo interesse non è certo per un improvviso afflato di vicinanza con la sofferenza di un popolo (della situazione afgana, ad esempio, non si riempiono più le pagine dei giornali e i TG, anche se la crisi, in questi mesi, si sia solo aggravata dallo scorso agosto).

10-01-2022
Autore: Sergio Bellucci
Imprenditore e saggista

di Giuseppe Morabito

La Germania, paese di riferimento e traino di tutta la comunità europea - con buona pace della Francia -,  ha un nuovo governo e agli analisti sembra chiaro che la politica estera e di sicurezza tedesca potrebbero cambiare marginalmente: i principi essenziali rimarranno generalmente gli stessi. Il patto di coalizione che si  è formato a Berlino pare ben  orientato in politica estera e di sicurezza, più di quanto alcuni si aspettassero e si baserebbe su un accentuato atlantismo (leggasi come massimo supporto alle politiche dell’ambito NATO). Il linguaggio su Russia e Cina Popolare è più fermo di quello dell'amministrazione Merkel, ma la nuova amministrazione cercherà anche di allentare le tensioni in e sull'Ucraina e l’atteggiamento preso nelle relazioni Washington - Berlino sembrerebbe  meno “amichevole” del passato.  Non c'è ancora nessuna decisione sul futuro del gasdotto Nord Stream 2 nonostante la "enorme pressione" per far fallire l’opera. Ci sarebbero, inoltre, profonde contraddizioni nella politica energetica tedesca e sulla sicurezza energetica. Berlino e il suo sistema economico sono alle prese con il rispetto degli impegni presi sul carbonio, pur mantenendo le forniture di energia in essere, senza diventare eccessivamente dipendente dalla Russia di Putin. Semplificando, potrebbe benissimo succedere  che la Germania “non ce la possa fare ad andare avanti” senza il gas russo.

19-12-2021
Autore: Giuseppe Morabito
Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

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