di Laura Caldara
Caos, incertezze, confusione, notizie velate vagamente trapelate, indicazioni incoerenti e contrastanti: è lo scenario in cui tutti noi viviamo in queste ultime settimane, gli ultimi e soli punti fermi che il popolo conosce della gestione della pandemia da parte del Governo.
Ciò che emerge in questi giorni è discutibile. Vani sono i tentativi di far passare attraverso i giornali e i media, un messaggio diverso se guardiamo le file interminabili di cittadini che per ore attendono tamponi, in alcune regioni introvabili, il ritardo inspiegabile dell’esecutivo nell’affrontare la nuova variante Omicron e, soprattutto, la bibbia di nuove regole sui mille volti del Green Pass e sulla quarantena partorita dal Governo, nell’infaticabile ed inutile tentativo di mettere una toppa su una ferita che solo attraverso coscienza, trasparenza comunicativa e onestà di pensiero si può guarire e superare.
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di Alessandro Mauriello
Le amministrative di città importanti come quelle della Capitale, di Bologna, di Milano, di Torino, ha posto numerosi interrogativi in termini di proposte progettuali, di policies.
Sul bisogno di nuove idee per gestire la complessità del post pandemia, dei nuovi modelli organizzativi sociali come le piattaforme territoriali, i molti asset che ineriscono la governance urbana come rifiuti, trasporti, rigenerazione urbana, Smart city vista come soluzione di innovazione di sistema, ma sovente trattata come questione ripiegata a spot televisivo.
Moltissimi studi socio urbanistici indicano come il modello della città globale, come quello prevalente nella geografia di trasformazione del sistema mondo, anche dopo la pandemia le città torneranno a essere i laboratori della società della conoscenza, dei flussi di dati, di trasferimento tecnologico.
Dopo essere state il modello territoriale del sistema fordista, del grande compromesso sociale del welfare, in particolare nel vecchio continente.
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di Laura Caldara
Il 3 febbraio 2022 scade il mandato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, eletto il 31 gennaio 2015, al quarto scrutinio con 665 voti. A poche battute d’arresto, prima di eleggere il suo successore, le voci dei candidati più gettonati, nei corridoi del Parlamento non sono più un semplice sussurro ma si fanno sempre più chiaramente definite. Tutti si chiedono chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica. Anche l’elettorato è sempre più attento alle informazioni che trapelano dallo storico corridoio il “Transatlantico” di Palazzo Montecitorio, attraverso la comunicazione dei partiti e dei media.
A poche settimane dall'elezione è lecito chiederselo pur sapendo che solo in prossimità del voto il quadro politico potrà essere più chiaro. Questa prossima elezione, purtroppo, si tinge di giallo e penso proprio che verrà scritta sui libri di storia a causa della pandemia che sta segnando la nostra Nazione. E' evidente che, se a metà gennaio l'andamento della pandemia dovesse peggiorare anche in Italia, come sta accadendo in altri paesi Ue, l'emergenza potrebbe favorire soluzioni impensabili in questo periodo.
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di Alfredo Battisti
Il 4 novembre è entrata in vigore la legge costituzionale n.1/2021 recante «Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica», che ha equiparato l’elettorato attivo per entrambi i rami del Parlamento.
La scarsa attenzione dei canali di informazione nella fase di iter legis ha trovato una lievissima attenuazione in concomitanza delle seconde votazioni (il 9 giugno scorso alla Camera; l’8 luglio al Senato) e ha riflettuto la pressoché totale assenza di dibattito politico e sociale. È necessario pertanto – almeno ora che il testo è legge dello Stato – riflettere e analizzare l’intervenuta modifica costituzionale.
L’oggetto della legge costituzionale e il suo iter
La legge costituzionale n.1/2021, nel suo unico articolo[1], si limita ad intervenire sull’art. 58 Cost. sopprimendo la seconda parte del primo comma, nel modo che segue:
«I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età».
di Laura Caldara
Una sola parola ‘Ricominciare’: una parola che invita a riflettere.
E’ fuor di dubbio che nel bel mezzo di una pandemia, senza precedenti, diventa prioritario rimboccarsi le maniche per trovare le giuste strategie e gli strumenti più efficaci ad una celere riorganizzazione del Paese. Scelte da adottare con criterio ed intelligenza, il cui percorso dipenderà in gran parte dal tipo di politiche che il Paese progetterà e implementerà.
Non si tratta di discutere il Recovery Plan avanzando un ennesimo contropiano ma di mettere a fuoco una cultura politica capace di condurre alle domande giuste, nella definizione di una nuova visione dell’Italia. Domande da non lasciare poi sospese nell’aria ma che spingano a ricercare anche le possibili risposte entrando, per quanto possibile, nel merito delle questioni. In questa prospettiva la parola chiave per un’evoluzione e cambio di rotta è: ‘nuova formazione e pensiero politico’.
Leggi tutto: Governare la società del dopo Covid con una rinnovata cultura politica