di Alfredo Battisti
Il taglio dei parlamentari ha provocato varie distorsioni nel sistema istituzionale.
Per riequilibrarlo, erano stati promessi diversi “correttivi”. Ovviamente mai adottati.
Autodromo di Monza, Gran Premio d’Italia. Al box del Cavallino Rampante, fiato teso e adrenalina che sfreccia nelle vene. Venti meccanici sono pronti a scattare per un rapidissimo pit-stop: rifornimento di carburante, sostituzione degli pneumatici, riparazioni, regolazioni meccaniche. Ciascuno con il proprio ruolo. Ciascuno agile, preciso, fondamentale.
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di Nino Labate
1)La Dc di Centro
Se ne è parlato tempo fa anche su questa testata, in occasione della scomparsa di Ciriaco De Mita. Un intellettuale ..."magno-greco" quanto si vuole, ma altrettanto e indubbiamente, un rappresentante indiscusso e di spicco di quel partito politico di Centro della nostra Prima Repubblica che fu la Democrazia Cristiana, occupando quello spazio centrale solo formalmente. Un Centro dichiarato ed esibito più per ragioni storiche, geopolitiche e filo-atlantiche, nonché per comodità elettorali, anziché sostanzialmente praticato e perseguito nella concreta testimonianza culturale, politica e parlamentare italiana.
Leggi tutto: Il centro, la vecchia Dc di Centro e il neo-centrismo 2.0
di Luigi Giorgi
Molto si è indugiato nel dipingere la figura di Ciriaco De Mita, scomparso pochi giorni fa, come politico di professione, espressione più pura della riflessione democristiana, intesa a volte nel senso della mediazione, del compromesso, della necessità di attutire spigoli e asprezze del reale. Oltreché come l’epigono della prima repubblica
Questa serie di fattori ha senz’altro colto un aspetto importante della vicenda del politico irpino. Che ha contrassegnato sia con la sua azione che con la sua riflessione una parte importante della storia della repubblica.
Leggi tutto: Un ricordo di De Mita fra politica e istituzioni
di Nicola Mattoscio
Mai come quest’anno le celebrazioni del 25 aprile si riflettono nella vita delle nostre istituzioni democratiche, in quelle sociali e nella costruzione del discorso pubblico. Alle origini ci sono l’aggressione russa all’Ucraina e le sua imprevista Resistenza militare e di popolo, nonché una rapida ridefinizione della geografia economica e politica del mondo. Non mancano le polemiche, in particolare sul ruolo del nostro Paese nell’invio delle armi ad un Paese invaso e sul modo di intendere la difesa e il ripristino della pace.
Non si deve dimenticare, comunque, che divisioni, discussioni, entusiasmi e ritrosie hanno sempre accompagnato la celebrazione, fin dalla sua prima volta avvenuta nel 1946 su iniziativa di Giorgio Amendola e proposta di Alcide De Gasperi. Infatti, si dovette pazientare fino al 1950 per vedere la partecipazione delle più alte cariche dello Stato, a cominciare dalla figura del Presidente della Repubblica, che in quel caso fu Luigi Einaudi. Solo allora si legittimò con pienezza la proclamazione dell’insurrezione nazionale da parte del Cln nella enfatizzazione mitologica fondativa della nuova democrazia italiana. Le parole del decreto luogotenenziale non lasciano dubbi: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile del 1946 è dichiarato festa nazionale», mentre bisogna aspettare la legge del 1949 in materia di ricorrenze festive per la sua istituzionalizzazione.
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di Anna Palermo
Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia
Il disegno di legge "Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia” meglio conosciuto come Family Act, approvato in Senato il 6 aprile con 193 sì, 10 no e 15 astenuti, è oramai legge.
Un provvedimento che, con i suoi 9 articoli, si pone l’obiettivo di sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, contrastare la denatalità, promuovere l'autonomia dei giovani e l’armonizzazione tra lavoro e famiglia.
La legge approvata impegna l'esecutivo a realizzare una serie di decreti attuativi per riformare i congedi parentali, con l’estensione a tutte le categorie professionali e congedi di paternità obbligatori e strutturali; introdurre incentivi al lavoro femminile, dalle detrazioni per i servizi di cura alla promozione del lavoro flessibile; assicurare il protagonismo dei giovani under 35, promuovendo la loro autonomia finanziaria con un sostegno per le spese universitarie e per l’affitto della prima casa.