di Pasquale Passalacqua
Il 1° maggio si festeggia in tutto il mondo. Le sue origini fanno riferimento all’approvazione nel 1886 in Illinois, della prima legge sulle otto ore lavorative giornaliere, che entrò in vigore appunto il 1º maggio 1867. Tuttavia, il successivo 1º maggio 1886, in piazza Haymarket, a Chicago, un raduno di lavoratori che manifestava a causa delle difficoltà di applicazione di quella normativa si trasformò in tragedia, a causa di un lancio di una bomba su un gruppo di agenti di polizia provocando morti e feriti, cui seguirono condanne anche a morte per i presunti colpevoli.
La data fu elevata a simbolo delle lotte dei lavoratori il 20 luglio 1889, a Parigi nel congresso della Seconda Internazionale. In tempi più recenti il 1º maggio 1955, papa Pio XII istituì per tutta la Chiesa cattolica in quella data la festa di San Giuseppe lavoratore.
Quale può essere il significato del 1° maggio oggi?
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di Gianni Lattanzio
“Guerra ripugnante”: Papa Francesco, dopo altri accorati appelli dall’attacco del 24 febbraio, torna a dare un nome al “massacro insensato” che avviene in Ucraina. E’ la voce del Pastore di anime, e tradisce tutta l’intensità della preghiera fatta all’Angelus della terza domenica di Quaresima, ma è anche la voce dell’uomo di Dio che tuona potente come la condanna: "Tutto questo è disumano, anzi è anche sacrilego perché va contro la sacralità della vita umana indifesa”. C’è tanto in comune con i Papi che lo hanno preceduto, ma c’è anche qualcosa di nuovo in quello che resterà anche come uno dei più significativi moniti all’umanità e uno dei più importanti contributi alla pace. A patto che venga ascoltato, e non solo da chi lancia ora sull’Ucraina missili e bombe, quando sottolinea che “la vita umana indifesa viene prima di qualunque strategia”.
Tanti, nell’ultimo secolo, gli appelli e le condanne da parte di Papi di fronte a guerre e conflitti, ma queste parole di Francesco arrivano come un vento in grado di spazzare via la definizione di “operazione militare” di Putin e quella di “guerra giusta” del Patriarca di Mosca Kirill. C’è qualcosa che accomuna tutti i pronunciamenti e qualcosa, come sempre, che distingue.
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di Sonia R. Marino
Lo scorso 7 marzo si è tenuta nella splendida cornice dell’Aula Magna dell’Università degli Studi della Tuscia una mattinata dedicata alle pari opportunità e al contrasto agli stereotipi di genere. È stata l’occasione per presentare il Gender Equality Plan di Ateneo e il progetto dell’Atlante storico geografico GrandiDonne.
Il progetto ‘GrandiDonne, donna immagine città’ con la visualizzazione d'insieme delle studiose e scienziate rende immediatamente l'idea del loro grande contributo al progresso, in ogni luogo e in ogni tempo. Un Atlante storico geografico del contributo fondamentale dato al sapere dalle Donne.
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di Lucia Di Giambattista
L’evoluzione della Natura è senza dubbio un percorso costituito da una serie ordinata di eventi che si modificano lentamente nel tempo mentre ripetono il loro consueto ciclo di esistenza, questo perché le energie coinvolte negli eventi possono cambiare, evolvendoli nel tempo. Tutti gli eventi generati dall’uomo, serie casuale, raccontano l’evoluzione umana e rappresentano “strutture” sovrapposte agli eventi della Natura dando luogo all’evoluzione dell’ecosistema Terra.
Viviamo in una continua evoluzione e quanto più gli eventi generati dall’uomo coinvolgono da vicino una moltitudine di persone, si vedano i casi recenti della guerra in Ucraina, della crisi pandemica Covid-19 o della scoperta di molecole organiche su Marte, tanto più il cambiamento viene “emotivamente” percepito, diventando più significativo non appena si abilitano nuovi percorsi di “equilibrio”. Gli eventi generati dall’uomo nascono dalla combinazione di molteplici insiemi di equilibri che racchiudono al loro interno persone che vivono un loro equilibrio temporaneo, un rapporto alchemico combinato, principalmente ed anche inconsapevolmente, “dall’essere e dall’avere”.
L’evoluzione dell’ecosistema Terra è qualcosa di complesso e può essere studiato soltanto attraverso una visione sistemica che implica una buona capacità di comprensione, esperienza, condivisione e confronto, cioè servono competenze ed abilità per costruire il nostro “futuro”.
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